Racconto di Cervo Urlante
Jonan Brudlay, era il figlio di un grande esploratore avventuriero. Il suo nome era Cristofer Brudlay. Purtroppo scomparve in una caverna del Perù e dopo qualche giorno venne trovato il cadavere ai margini della grande foresta Pluviale Tropicale.
Il padre morì nel 1896, quando il figlio aveva ancora otto anni, ma quei tre anni di insegnamenti preziosi, bastarono a portare Jonan sulla strada giusta per diventare un buon ricercatore come il padre.
Era l'anno 1909 e Jonan, per seguire le orme del padre, frequentava scuola superiore di archeologia e stava per finire gli studi. Ormai lui aveva 21 anni e il padre era morto da 13 anni.
Finiti gli studi, Jonan iniziò le ricerche della caverna del Perù.
Mentre ritornava dalla biblioteca, per non perdere tempo, perché erano le 22:30, passo per una scorciatoia, ovvero, un piccolo vialetto abbandonato. Mentre camminava tranquillo e a suo agio, due bulli (per così dire) lo spinsero per terra dicendogli:
-Cosa ci fa questo secchione in un vialetto così sinistro? Magari starà cercando la mammina e il suo paparino! Ahahahah!
Ma Jonan si rialzò e controbatté dicendo:
-Non ho un padre e anche da un bel po', ma vi conviene lasciarmi stare, non cerco rogne.
Ma i bulli non si davano pace:
-Allora saranno le rogne a trovare te.
E scattò il primo pugno che Jonan schivò senza problemi come tutti gli alti pugni successivi. Ma a un certo punto, i due bulli si scagliarono contro Jonan uno da dietro e uno da davanti. Jonan, calmo, aspettò fino all'ultimo momento e schivò tutti e due i colpi. Così i due bulli si colpirono a vicenda e Jonan per nulla teso se ne andò a casa.
Arrivato si rimise sui libri, leggendo, con accanto una tazza di caffè, informazioni essenziali sulla caverna del Perù. Verità o leggenda? Jonan era convinto che esistesse veramente.
Essendo fisicamente forte e robusto, prese uno zaino da campeggio e ci mise una borraccia da sette litri, due spade, due funi, un bottiglia di rum, un coltellino nascosto, un pugnale di dimensione media e delle pietre focaie.
Il giorno dopo volò in Perù. Arrivato, prese una corriera per avvicinarsi il più possibile alla della foresta, dopo di che proseguì a piedi fino ad arrivare ai margini della foresta. Per evitare che qualcuno seguisse il suo sentiero, anziché tagliare i rami che gli ostacolavano il cammino, decise solo di scostarli con le mani.
Giunto più o meno al centro della foresta trovò un fiume e riempì la sua borraccia d'acqua. Dopo qualche minuto sentì degli strilli, come dei lamenti e, per sicurezza, tirò fuori le sue spade e si avvicinò al punto da cui veniva il rumore. Scostò le frasche e trovò un giovane falco ferito all'ala sinistra. Per evitare che qualche belva lo divorasse, medicò l'ala al rapace, lo nutrì e lo portò con sè.
Dopo poche ore, Jonan si accorse di essere seguito, allora si mise a correre, ma a un certo punto fu circondato dagli indigeni. Dopo essere stato catturato, venne portato in una tribù, che parlava in una lingua molto antica, che Jonan però aveva studiato. Fu quindi in gradi di dialogare.
-Che cosa ci fa qui uno straniero?
E Jonan rispose:
-Cerco la caverna del Perù.
Il capo era stupefatto, ma capì che Jonan era buono di cuore, quindi lo portò all'ingresso della caverna. Bastò solo uno sguardo e Jonan aprì la caverna. Tirò fuori le spade e spezzò tutte le frecce avvelenate delle trappole.
E Jonan così scoprì la caverna del Perù piena zeppa d'oro e di pietre preziose.
Il padre morì nel 1896, quando il figlio aveva ancora otto anni, ma quei tre anni di insegnamenti preziosi, bastarono a portare Jonan sulla strada giusta per diventare un buon ricercatore come il padre.
Era l'anno 1909 e Jonan, per seguire le orme del padre, frequentava scuola superiore di archeologia e stava per finire gli studi. Ormai lui aveva 21 anni e il padre era morto da 13 anni.
Finiti gli studi, Jonan iniziò le ricerche della caverna del Perù.
Mentre ritornava dalla biblioteca, per non perdere tempo, perché erano le 22:30, passo per una scorciatoia, ovvero, un piccolo vialetto abbandonato. Mentre camminava tranquillo e a suo agio, due bulli (per così dire) lo spinsero per terra dicendogli:
-Cosa ci fa questo secchione in un vialetto così sinistro? Magari starà cercando la mammina e il suo paparino! Ahahahah!
Ma Jonan si rialzò e controbatté dicendo:
-Non ho un padre e anche da un bel po', ma vi conviene lasciarmi stare, non cerco rogne.
Ma i bulli non si davano pace:
-Allora saranno le rogne a trovare te.
E scattò il primo pugno che Jonan schivò senza problemi come tutti gli alti pugni successivi. Ma a un certo punto, i due bulli si scagliarono contro Jonan uno da dietro e uno da davanti. Jonan, calmo, aspettò fino all'ultimo momento e schivò tutti e due i colpi. Così i due bulli si colpirono a vicenda e Jonan per nulla teso se ne andò a casa.
Arrivato si rimise sui libri, leggendo, con accanto una tazza di caffè, informazioni essenziali sulla caverna del Perù. Verità o leggenda? Jonan era convinto che esistesse veramente.
Essendo fisicamente forte e robusto, prese uno zaino da campeggio e ci mise una borraccia da sette litri, due spade, due funi, un bottiglia di rum, un coltellino nascosto, un pugnale di dimensione media e delle pietre focaie.
Il giorno dopo volò in Perù. Arrivato, prese una corriera per avvicinarsi il più possibile alla della foresta, dopo di che proseguì a piedi fino ad arrivare ai margini della foresta. Per evitare che qualcuno seguisse il suo sentiero, anziché tagliare i rami che gli ostacolavano il cammino, decise solo di scostarli con le mani.
Giunto più o meno al centro della foresta trovò un fiume e riempì la sua borraccia d'acqua. Dopo qualche minuto sentì degli strilli, come dei lamenti e, per sicurezza, tirò fuori le sue spade e si avvicinò al punto da cui veniva il rumore. Scostò le frasche e trovò un giovane falco ferito all'ala sinistra. Per evitare che qualche belva lo divorasse, medicò l'ala al rapace, lo nutrì e lo portò con sè.
Dopo poche ore, Jonan si accorse di essere seguito, allora si mise a correre, ma a un certo punto fu circondato dagli indigeni. Dopo essere stato catturato, venne portato in una tribù, che parlava in una lingua molto antica, che Jonan però aveva studiato. Fu quindi in gradi di dialogare.
-Che cosa ci fa qui uno straniero?
E Jonan rispose:
-Cerco la caverna del Perù.
Il capo era stupefatto, ma capì che Jonan era buono di cuore, quindi lo portò all'ingresso della caverna. Bastò solo uno sguardo e Jonan aprì la caverna. Tirò fuori le spade e spezzò tutte le frecce avvelenate delle trappole.
E Jonan così scoprì la caverna del Perù piena zeppa d'oro e di pietre preziose.