Intanto si può cominciare a commentare...
Leggi Chichibio e la gru di Giovanni Boccaccio
Novelle Chichibio Andreuccio da Perugia Calandrino e l'elitropia Federigo degli Alberighi | Voti 5 8 0 5 |
Raccontare in classe (racconti a mo' del Boccaccio)
22 aprile 2013 - Cronaca in diretta di Aquila Vociante e Orso Goloso (colore verde)
Tema: Storie a Lieto Fine
Rombo di Tuono ha raccontato di quando si è perso al supermercato per poi essere ritrovato essendo richiamato dall'altoparlante.
Cervo Urlante tenta di raccontare una barzelletta ma viene interrotto da Lupo Grigio perchè considerata troppo volgare.
Nuvola Bianca racconta di quando lei e la sua famiglia hanno perso la sua sorella più piccola per poi ritrovarla al piano superiore mentre giocava con un bambino della sua stessa età.
Lampo nel Buio ci racconta di quando a New York si è distratta e si è separata dai suoi genitori, ma poi le è venuto in mente di tornare all'albergo, chiedendo con qualche difficoltà un aiuto ai passanti e ritrovando in seguito i suoi genitori all'albergo.
Lupo Sorridente ha raccontato di quando si trovava in Puglia, ad un certo momento lui e la sua famiglia non riuscivano più a trovare il suo fratellino e dopo 45 minuti lo ritrovarono al centro di un gruppo di persone mentre stava ballando allegramente.
Capelli di Sole
Era il 2008.
Eravamo al mare. Io e mio fratello stavamo giocando con la paletta, sul bagnasciuga, per vedere come le onde la trasportavano.
Man mano che camminavamo ci accorgemmo che più lontano si trovava un acquapark e incuriositi andammo a vedere come i bambini si potevano divertire.
Ad un certo punto ci accorgemmo che era passato molto tempo da quando noi avevamo lasciato l'ombrellone e allora decidemmo di incamminarci verso i nostri genitori.
Pian piano che attraversavamo i diversi bagni sentivamo i nostri nomi agli altoparlanti, e all'improvviso vidi in lontananza mia madre e mio padre, e noi di corsa andammo a finire tra le loro braccia felici e tutti e quattro piangenti.
Sorriso d'Argento
Circa 5 anni fa io e mio fratello decidemmo di andare a cavallo e allora ci facemmo portare da nostro padre, appena arrivati la mio padre prese 2 cavalli, un pony e un cavallo grande. Io sali sul poni e mio padre e mio fratello sul cavallo grande. Appena saliti andammo a fare un giro, io mi stavo annoiando perche il mio cavallo andava piano e quello di mio padre piu veloce e allora diedi al mio cavallo 4 calci nei fianchi belli forti e il cavallo si arrabbiò e mi fece cadere dalla sella, però sfortunatamente il mio piede rimase intrappolato e il cavallo non si fermò. Io mi feci molto male, piangevo e gridavo e dopo 2 o 3 minuti uno del maneggio fermò il cavallo e mi fece scendere e per 2 anni non sono piu salita sul cavallo per lo spavento che mi sono presa.
Lupo Sorridente: Mio fratello, il tenerone
Era il novembre scorso, un giovedì credo, ero a casa con mio fratello e mia madre.
Io e mio fratello eravamo in cameretta a giocare e mia mamma era in salotto, mio fratello stava giocando sul letto e mi dice: "Guarda che capriole che faccio", e io gli dico: "No, non lo fare che ti fai male", lui dice: "No, dai guarda", fa la capriola e cade dal letto e sbatte contro lo spigolo della porta, e si fa una ferita in testa lunga 5 cm. Così sono corso di là e mia mamma gli ha messo un asciugamano in testa per fermare il sangue. Siamo corsi in macchina e mia mamma mi dà mio fratello in braccio e mi dice :"Non lo fare addormentare", così lo prendo a schiaffi per non farlo svenire. Arrivati in ospedale la dottoressa lo mette su una brandina e gli fa una medicazione temporanea, così dopo ci porta al piano superiore dal dottore, e mio fratello e mio padre vanno in sala operatoria con il dottore. Dopo qualche minuto, sento urlare mio fratello come un matto, ma a metà operazione, mentre il dottore metteva i punti sulla ferita mio fratello dice: "FERMI! FERMI! Fermate tutto! e in seguito esclama:" PAPA', MI DAI UN BACINO?".
Usciti dalla sala operatoria il dottore stava morendo dal ridere, dopo me lo hanno raccontato e sono morto dal ridere, in seguito siamo tornati a casa ed è finito tutto bene...
Tema: Amori Infelici
Occhi d'Autunno (storia...)
Ero in 4^ elementare e io ai quei tempi stavo con un ragazzo. Passata una settimana lui decise di stupirmi mandando un suo amico per chiedermi il mio numero preferito, i miei fiori preferiti e il mio colore preferito. Io per vedere se mi conosceva bene gli dissi delle cavolate, il mio fiore preferito - dissi - è la margherita, il mio numero il 27 e il colore il rosa , tutte cavolate. Allora mi prese 27 margherite e il nastrino che le teneva era rosa. Quando mi portò " il regalino" io lo ringraziai perchè anche se non erano proprio il mio genere lo ringraziai per il pensiero. Arrivò l' ora di entrare in classe e visto che le maestre non volevano che in classe si portassero fiori, li lasciai vicino ad un albero fuori e lui vedendo che io li avevo appoggiati si arrabbiò perchè pensò subito che li stessi buttando e pensò che di lui non me ne importasse niente. E io gli spiegai che li avevo solo appoggiati e che dopo li avrei ripresi e lui mi disse che dopo li voleva rivedere. Io finita la scuola mi precipitai a riprenderli e non li vidi più, allora corsi dalle bidelle e chiesi loro se per caso avessero trovato dei fiori vicino ad un albero. Le bidelle con molta calma mi dissero che avevano riordinato il giadino e che li avevano buttati. Io andai da lui e gli dissi come erano andate le cose, ma lui non mi ascoltò e mi mollò. Il giorno dopo iniziò a prendermi in giro e io mi misi a piangere e finì lì. Dopo un mese mi chiese scusa e mi propose di mettermi con lui e io molto tranquilla gli dissi : - Mi dispiace, sto già con un altro.
Tema: come un amore infelice può insegnare a vivere
Cuore di Cerbiatto (storia...)
Ero in prima elementare e non conoscevo nessuno, perché andavo all’asilo in un altro paese; quindi mi sentivo un po’ disorientata. Dopo due giorni ho incominciato a fare amicizia con le altre bambine e con alcuni maschi tra cui un bambino che mi stava molto simpatico. Il primo anno provavo nei suoi confronti solo amicizia poi però l’ anno successivo mi innamorai di lui. Questa cosa andò avanti per parecchio tempo così quando in terza elementare scoprii che anche altre mie amiche erano innamorate di lui ero furiosa perché ero consapevole che non ce l’avrei mai fatta a farlo innamorare di me. Io e le mie amiche passavamo praticamente tutte le ricreazioni in bagno a piangere per lui invece di uscire in giardino a giocare. Il quarto anno però fu il più brutto in assoluto perché una delle mie migliori amiche si fidanzò con lui. Successivamente anche mia cugina si mise con lui. Quando si fidanzò la mia migliore amica ero arrabbiata ma quando si mise con mia cugina andai su tutte le furie. Volevo ucciderla e infatti per un mese non ci parlammo. Successivamente lasciò anche mia cugina per mettersi con una di terza elementare. Io non sapevo cosa fare, io per lui ero solo un’ amica a per me era qualcosa di più ma non sapevo se dirglielo o stare in silenzio. Dopo un po’ ricominciò la scuola ed eravamo già in quinta e quindi era giunto il momento di dichiararmi. È strano detto da una femmina ma io lo feci, andai da lui e gli dissi: -Senti, io ho preso una cotta per te…
E lui con aria snob mi rispose:
-Beh, ma io lo sapevo già.
Io ci rimasi di mercoledì. Devo dire che dopo questa fregatura mi devo svegliare dal mondo dei sogni e che non è tutto oro quello che luccica.
Tema: Mettersi in Situazioni pericolose
Cervo Urlante questa volta riesce a raccontare la sua storia. (storia...)
Ero a casa mia, ed avevo tre anni e mezzo, e stavo correndo avanti e indietro nel corridoio che collega il salotto alla cucina. Dopo un po' mio padre mi ha detto:
-Fermati, che dopo ti fai male.
Ed io:
-NO!
Poco dopo anche mio zio mi ha detto:
-Dai piccolo, ascolta il papà se no cadi e ti fai male.
Ed ancora io: -NO!
Nella mia traiettoria di corsa c'era un tavolino di legno, e dopo pochi minuti ho sbattuto la testa contro lo spigolo. Perdevo una marea di sangue, e quando mio padre mi ha portato in bagno per bagnarmi la fronte nel lavandino, mio zio ha chiamato l'ambulanza, e mia mamma mentre andava al lavoro vede l'ambulanza andare verso casa nostra. Allora ha chiamato mio zio, chiedendogli:
-Cosa é successo?
E mio zio: -Niente, non é successo niente. Il piccolo si é solo spaccato la testa.
E mia mamma: -Solo?!
Allora va subito al pronto soccorso. Quando mia madre é arrivata, mi ha visto sul lettino a giocare felice con un guanto in lattice gonfiato.
Ruba Anime racconta del suo amico "cavallo" di nome Goccia che ha terrorizzato suo cugino di sei anni. Si trovavano nella stalla del padre di Ruba Anime, stavano cercando di mettere la sella al cavallo. Suo cugino di nove anni teneva fermo il cavallo per le briglie, intanto suo cugino di sei anni voleva cavalcare Goccia; Ruba Anime gli dice però che è pericoloso ma lui non lo ascolta e sale comunque, ma all' improvviso il cugino di nove anni chiude il cancello: al rumore i cani iniziano ad abbaiare, Goccia si spaventa e inizia a galoppare molto velocemente con il cuginetto sopra. All'improvviso il cuginetto cade e rimane a terra terrorizzato e tremante. Ruba Anime racconta che il suo cuginetto ci mise tre anni per riuscire ad accarezzare nuovamente il "cavallo" Goccia.
Tema: Situazioni Imbarazzanti (Figure di Mercoledì)
Lampo nel Buio (storia...)
Un giorno d'estate Fabrizio, il migliore amico di mio fratello, lo chiamò per dirgli che quel pomeriggio saremmo usciti, Fabrizio mio fratello e io, e che dopo saremmo andati a fare visita a Lorenzo, un nostro amico (per il quale a quel tempo mi ero presa una cotta).
Allora, sentita la notizia, cominciai a prepararmi per il pomeriggio ed a farmi bella per andare da Lorenzo.
Erano le quattro del pomeriggio quando ci incontrammo in piazza con Fabrizio, pronti per andare da Lorenzo. Prima di raggiungere l'appartamento di Lorenzo c'è una piccola discesa, lui ci stava aspettando sulla strada pronto per venire a fare un giro per il paese quando io caddi...
Cadendo rotolai più volte giù per la discesina e mi feci tanto male, mi ruppi i pantaloni ma quello non era il peggio. Lorenzo in quel momento mi stava guardando, ed io avevo le lacrime agli occhi e il ginocchio sanguinante.
Quel tranquillo giorno d'estate si trasformò in una vera tragedia e io feci una bella FIGURA DI MERCOLEDI'=? =? =?
Mani di Neve: La cotoletta
Eravamo al Champions Camp, un campeggio estivo dove si praticano diversi sport.
Stavamo facendo mountain bike su una pista con rampe e paraboliche: dovevamo percorrerla a turni.
L’abbiamo percorsa tutti tranquillamente, finchè non è arrivata Lampo nel Buio… che riesce a cadere alla parabolica.
Vi chiederete cosa c’è di divertente, ma il fatto è che la pista era fatta non con terra normale, ma bensì con la terra rossa che si usa per i campi da tennis.
Si è rialzata… sembrava una cotoletta… bella impanata… doveva solo essere fritta.
Ma nessun problema: si è lavata a modo quando a canoa si è completamente rovesciata.
Poteva essere colpa di un iceberg… l’acqua era gelida… non si è fritta…
Mani di Neve: Scherzi telefonici
Era una comune serata tra amici. Questi amici avevano deciso un modo per passare la serata: fare scherzi telefonici.
Hanno cominciato con la madre di uno dei presenti: non ci è cascata.
Dopo è toccata ad un anziana, dopo a un signore e così via.
Ad un certo punto chiamano un tizio. Risponde una voce profonda, quasi da mafioso… cominciano a fare lo scherzo, ma quello lo minaccia di chiamare la polizia.
L’allegro gruppetto attacca, e ancora oggi se lo ricordano… ma almeno niente polizia…
Occhio di Lince (storia...)
Era il 25 agosto del 2012, il giorno del compleanno di mio fratello.
Oltre ad una marea di bambini schiamazzanti, c’erano anche: F. e M. (mia madre era stata irremovibile: puoi invitare solo due amici).
Era una giornata calda e soleggiata, perciò c’era ancora la piscina funzionante; l’acqua un “brodo”.
Alla festa erano presenti anche i miei cugini che hanno 18 anni; sono tre gemelli, un maschio, Filippo e due femmine.
Mentre l’orda delle “piccole canaglie” giocava alla caccia al tesoro noi ne abbiamo approfittato per goderci la piscina in santa pace; prima avevamo dovuto intrattenere le “pesti” facendo con loro la lotta e siccome non li potevamo picchiare per davvero, sono stati loro che ci hanno “suonato come tamburi”. All’inizio eravamo impegnati a giocare a pallanuoto, poi a Fi., il solito spericolato (come dice mia madre), è venuto in mente di organizzare una gara di tuffi dalla scaletta.
E così abbiamo iniziato, qualche tuffo a candela, diverse dolorosissime “spanciate”, parecchie “bombe" e per finire la sfida finale: un tuffo mortale all’indietro.
M. e F. si sono ritirati, mentre io per non sfigurare con mio cugino, che aveva già dato prova del suo talento tuffandosi per primo, ho accettato. La prima volta tutto è andato liscio: salto perfetto.
“Gasato” dal risultato, ho voluto riprovare, anche se qualche secondo prima del salto mio cugino mi ha detto: “Hai imparato in fretta, ma ricorda che la SECONDA VOLTA E’ SEMPRE PIU' DIFFICILE”.
Non gli ho dato ascolto, ho preso posizione e sono scattato come una molla, ma quando mi sono girato ho sbattuto la faccia contro la scaletta. Sul momento non ho sentito dolore, ma solo qualcosa che mi colava dal naso ed improvvisamente l’acqua si è fatta tutta rossa; poi la testa ha iniziato a pulsarmi e toccandomi con la mano mi sono reso conto che un pezzo di carne mi si era staccata dal naso (proprio vicino all’attaccatura della fronte). Ho cercato di schiacciare il lembo di carne con il dito e di risciacquarmi la ferita con l’acqua fresca, perché iniziava a bruciarmi.
Purtroppo, la festa per me era finita, niente più piscina e per di più mi sono dovuto “sorbire” le lamentele di mia madre, perché ero stato imprudente.
Allora non mi ero reso conto della ferita che mi ero fatto, pensavo che dopo un mese sarebbe scomparsa; invece, mi è andata bene che non mi sono rotto il setto nasale e tuttora ne porto la cicatrice.
Aquila vociante
Ero a casa della mia maestra di pianoforte per fare un saggio.
Tutti noi allievi iniziammo a suonare a turno. Io dovevo eseguire il mio ultimo brano e, ironia della sorte, ero anche l'ultimo a suonare. Quando gli altri finirono, toccò a me. Tutti mi guardavano e io per l'emozione non riuscii a suonare bene. Quando poi tornammo a casa mi accorsi che mi ero anche scordato là lo zaino.
Feci proprio una figuraccia!!!
Tema: Non tutto il male viene per nuocere
Alce Scalciante
Era il 2009 giocavo con mio fratello a calcio nel campo di casa mia. Aveva vinto lui io mi ero arrabbiato e gli ho tirato un bastone però l'ho mancato, quindi dopo lui lo prese e me lo tirò mi prese la mano. Il bastone entrò ed usci della mia mano. Io andai subito da mia nonna e mia nonna chiamò subito mio nonno. Andammo con la macchina all'ambulanza e lì mi misero 5 punti nella mano. Però un lato positivo c'era: non potevo scrivere.
Tema: Storie ad amaro fine
Cerbiatto Saltellante
Un bel giorno d'estate ero a casa e stavo guardando la TV. Ad un certo punto sento i miei fratelli che stavano giocando a calcio, nel garage. Io volevo giocare con loro, infatti mio fratello mi chiamò e mi disse:
-Dai, vieni a giocare con noi!
E io gli risposi:
-OK.
Allora sono andata a giocare con i miei fratelli. Ad un certo punto volevo andare a recuperare la palla, perché era finita vicino al lavandino vecchio che c'è in garage. Quando mi chino per prenderla, sento un dolore fortissimo al piede, il lavandino mi era caduto addosso, e il mio piede colava sangue, ma tanto tanto sangue.
Dopo i miei genitori mi hanno portato all'ospedale e poi non so come è finita perché mi sono addormentata.
Orsetto Pensieroso: Una situazione impressa nella mente
Tutto è successo in una mattinata, mentre mi preparavo per andare all'asilo. Avevo circa cinque anni, mi alzo dal letto e vado in cucina, e in tavola c'era la mia solita tazza di latte.
Mentre mio fratello Andrea si preparava io guardavo i cartoni, ma si era già fatto tardi ed io non mi ero ancora preparata.
Allora mia madre mi ha preso in braccio, e mi ha portato in bagno, ma inciampa nel gradino, allora cadiamo tutte e due. Io tenevo tra le mani un fermacapelli, era aperto e nella caduta il fermaglio ha tagliato il dito. Io me ne sono accorta solo quando ho sentito scorrere il sangue su tutta la mano, mio padre quando se n'è accorto ha messo il dito sotto l'acqua, ma quando ha visto che era tutto aperto, ha preso una tovaglia e l'ha stretta forte al dito.
Così ci siamo subito precipitati al Pronto Soccorso, sono entrata in una stanza umida e fredda, io piangevo a dirotto, mentre i dottori hanno cominciato ha darmi i punti, ben 10. Quando tutto è finito, sono ritornata a casa con il dito fasciato, bloccato da una stecca in ferro. Da quel giorno non uso più fermacapelli per la paura di rivivere lo stesso episodio, che rimarrà sempre impresso nella mia mente.
Ruba Anime
Estate 2012
La squadra italiana della Bertana composta da me e altre quattro persone era la più forte del torneo, dal momento che avevamo già sconfitto per 1-0 e 2-0 le altre 2 squadre del girone d'andata. Le squadre ci chiesero di poter aggiungere ai propri componenti i loro cugini dei quali non ci avevano mai parlato. E noi glielo abbiamo concesso. Eravamo tuttavia tranquilli per il girone di ritorno: era praticamente impossibile che ognuna delle 2 squadre ribaltasse il risultato in due tempi di 15 minuti ciascuno. Giocavamo per la patria, giocavamo per la gloria, giocavamo per vincere. Alle 17 in punto iniziò la partita e notammo che nella squadra avversaria c'erano due persone nuove, grandi e forti. Io presi paura, ma il terrore lasciò spazio alla verità e alla concretezza di quel che stava accadendo... Dopo cinque minuti stavamo già perdendo 1-0...immaginate come è finita!!! Io sono stato schiacciato e pestato e la mia squadra ha perso il torneo con i seguenti risultati: 4-0 e 3-0. Fu un completo disastro, ma ce lo siamo meritati, in fondo. Chi troppo vuole nulla stringe.
Tema: Scherzi e Burle
Occhio di Falco: Sorella tutta panna
La mia adorabile sorellina... chi è che non vorrebbe una sorellina come lei??...
Non è bello dopo una giornata piena di compiti mettersi a letto a dormire e riposarsi??
"Tick Tick Tick"...
Il rumore dei tasti che cominciano a risuonare nella stanza.
"Tick Tick Tick Tick Tick"...
Un bel giorno io e mia mamma escogitammo un piano un po' diabolico.
Mia sorella stava dormendo con il cellulare in mano, io e mia mamma mettemmo sul cellulare della panna montata e lo facemmo squillare, mia sorella si svegliò e rispondendo alla telefonata si spappolò tutta la panna in faccia.