Mani di Neve Chichibio, cuoco di Corrado Gianfigliazzi, sta cucinando una gru per una cena importante per il suo padrone.
Arriva una servetta, e chiede a Chichibio una coscia della gru… un bel pranzetto… Chichibio risponde di no, che il padrone l’avrebbe severamente punito se l’avesse scoperto… ucciso… o peggio… La servetta, allora, comincia a fare sul serio: -Se non mi dai quella coscia, Chichibio, non ti farò più i favori che ti facevo. Eh sì… quella servetta ne faceva di favori a Chichibio. Vanno avanti così per un po’, e la servetta si fa sempre più insistente. Ad un certo punto Chichibio, esasperato, dice: -Cavoli! quanto rompi! Toh ‘sta maledetta coscia e va’ via! Arriva la cena, i musicisti suonano e i signori conversano. Finalmente arriva la portata principale: entra un gigantesco piatto, sorretto non da un, non da due, ma da tre servi… la gru. Il piatto arriva al tavolo, e il signore nota subito che manca qualcosa… -Tu!- dice- Chiamami il cuoco! Immediatamente!!! Dopo un attimo, arriva il cuoco, pensando “Ora sono cavoli amari…” IL padrone comincia a parlare: -In questo piatto manca una coscia! -Ma non so che fine a fatto… -Sì, che lo sai! Un’idea balena nella mente di Chichibio: -Guardi che le gru non hanno mica due zampe. -Che sciocchezze! Ovvio che ce le hanno! -No, non ce le hanno. -Bene. Se ne sei così convinto, domani, all’alba, andiamo a vedere le gru allo stagno, se non ne hanno due… di’ le tue ultime preghiere, cuoco. Deglutendo, Chichibio annuisce. Finita la cena, Chichibio va a dormire… o almeno, a stare nel letto col groppone in gola ad attendere la sua sorte. Cosa capperi poteva fare? Andare allo stagno e mozzare le zampe alle gru? All’alba, il padrone con i due cavalli, arriva da Chichibio per andare allo stagno. Arrivano allo stagno e vedono le gru… avevano una zampa sola! -Sìììììììììììì!!!!”- pensa Chichibio. -Visto: hanno una zampa- dice al padrone. -Bravo Chichibio, ma…- detto questo batte le mani, e le gru corrono via, a due zampe levate. -Chichibio- inizia il padrone. -Però, ieri, non ha battuto le mani… se lo avesse fatto, magari… -Chichibio, la tua arguzia ti ha salvato la vita. Detto questo, Chichibio torna alla cucina… vivo. |
Ruba Anime Nella corte di Corrado era stata organizzata una festa: una cena importante fra nobili e il piatto principale del menù era una gigantesca gru arrosto.
Il cuoco incaricato di cucinare per l'evento era l'esperto Chichibio. Alla festa tutti aspettavano impazienti e finalmente dopo tanto tempo Chichibio tolse la gru dal forno: quel piatto era una meraviglia. Chichibio si era davvero superato! E non era il solo ad essersene accorto, anche la sua innamorata Brunetta era lì e gli chiese subito: - Tesoro, ti andrebbe di darmi una coscia di gru? E lui le rispose: - Tesoro, io ti amo, ma non più di me stesso...non voglio finire ammazzato solo per farti un piacere! Ma lei insistette e replicò: - Ti toglierò le mie grazie! E l'uomo anche se infastidito obbedì e le diede una bella coscia di gru. Il resto della pietanza fu servito alla cena, ma... - Manca qualcosa! - esclamò Corrado. L'uomo si era subito accorto dell' amputazione della gamba e ordinò di chiamare Chichibio. Quando il cuoco arrivò Corrado gli chiese: - Manca qualcosa nel piatto, dico bene?! E Chichibio rispose: - Ma signore, lo sanno tutti che le gru hanno una sola gamba. Gliene serve solo una per stare in piedi ed è per questo che non ne hanno due. Ma Corrado non si fece convincere da Chichibio e disse: - Bene Chichibio, io mi voglio fidare di te, ma ciò nonostante voglio essere sicuro di quel che mi hai detto...quindi ti verrò a prendere domani all'alba e ti porterò allo stagno, se avrai ragione tu, ti lascerò andare, altrimenti morirai. E il povero Chichibio acconsentì... Quella notte fu eterna e non chiuse occhio. Alle prime luci dell'alba il cuoco venne svegliato dal bussare del suo signore, si alzò e malinconico andò incontro al suo destino. Arrivarono allo stagno e c'era la nebbia, ma si intravedevano ugualmente delle gru: si reggevano in piedi su una gamba...Chichibio tirò un sospiro di sollievo. La nebbia si alzò e Corrado disse, battendo le mani: - Bravo Chichibio! Le gru spaventate iniziarono a correre "CON DUE GAMBE"... La situazione era chiara, ma Chichibio disse: -Ma mi scusi, signore, lei ieri mica ha fatto così: se avesse battuto le mani forse sarebbe comparsa la gamba, non crede? E Corrado divertito e spiazzato dalla risposta, disse: - Complimenti Chichibio: la tua prontezza ti ha salvato la vita. |
Occhio di Lince Un giorno un nobile fiorentino rientrò a palazzo dopo una proficua caccia e consegnò ai suoi servi l’originale preda: una variopinta gru.
Il signore ordinò che gli fosse preparato un sontuoso banchetto, perché quella sera aveva importanti ospiti a cena e voleva conquistarli con quel singolare trofeo. Il capocuoco, Chichibio, cucinò la gru in salsa di selvaggina e superando se stesso preparò una cena speciale. All’improvviso venne a trovarlo la sua innamorata, Brunetta, che sentendo il profumo dell’arrosto di gru esclamò: -Oh , ti stai esercitando per il pranzo di nozze , amore mio ? -Non toccare ! Sei impazzita ? Questa è la cena del padrone - rispose Chichibio. La ragazza facendo la smorfiosa ribatté: - Allora vuol dire che non mi ami abbastanza, se non mi concedi almeno un assaggio. Chichibio sbuffò: - Tie', prendi questa coscia di fidanzamento e addolcisciti la bocca. I camerieri portarono in tavola la squisita pietanza, ma quando sollevarono il coperchio la sorpresa fu generale: mancava un’intera gamba ! Il padrone volle convocare il cuoco, che si giustificò dicendo: -Io non ho mai visto una gru con due zampe. Lo sanno tutti che è l’unico animale su questa terra ad averne solo una. La mattina seguente il nobil Signore fece chiamare di buonora Chichibio perché andasse a caccia con lui e gli disse: -Ora vediamo se le gru sono animali zoppi o zoppo è solo il tuo discorso ! In questo caso me la pagherai cara ! Il cuoco non rispose e deglutì per la paura. Arrivati allo stagno, Chichibio esclamò felice: -Guardate che spettacolo, tutte zoppette queste povere bestie ! Ma il padrone all’improvviso battè le mani e gli uccelli spaventati allungarono anche l’altra zampa. -E ora che mi dite ?- chiese il nobile. Il cuoco sgranando gli occhi rispose: -Avreste dovuto spaventare la bestia anche l’altra sera così che questa avrebbe mostrato in padella anche l’altra coscia. Il padrone rise così tanto che perdonò Chichibio. |