Verona, Borghetto sul Mincio, Santuario della Beata Vergine delle Grazie (Curtatone)
Frammenti di Gita
V. e M. hanno il terrore dei piccioni ed io, da bravo amico, sul lago della Basilica di Santa Maria delle Grazie, ho raccolto due grandi foglie, gli sono andato dietro, ho sbattuto le foglie come ali e ho gridato PICCIONE!!
Per andare in bagno bisognava pagare 70 centesimi, ma è una follia! E come se non bastasse la macchina non dava il resto, è in questi momenti che essere basso mi è comodo: sono passato sotto alla sbarra e i mie 70 centesimi me li sono tenuti in tasca. Ma in realtà avevo il permesso del controllore, eh eh.
Passavano molti commercianti insistenti, che cercavano di venderti assurdità di ogni tipo, ma si avvicinava l'ora di pranzo ed il nostro amico desiderava una panchina quindi a tutte le persone che pranzavano e non volevano andare via gli diceva: se hai una panchina la compriamo altrimenti ciao.
Alla fine abbiamo trovato due panchine libere e nessuno ci ha più disturbati.
Io non riesco proprio a capire come una persona possa, camminando, andare contro un palo e distruggersi un ginocchio. Infatti il giorno dopo l'ho vista con le stampelle alle confessioni di catechismo. Sembrava una scena di Paperissima per quanto mi hanno raccontato: Alce Scalciante ha tirato un coppino a V., lei ha alzato la testa in aria, non ha visto il palo e ha preso una botta che lo ha fatto tintinnare. L'unica cosa che ho visto di persona era Alce Scalciante che rideva e V. chinata con le mani sul ginocchio.
Finalmente è arrivato il mio turno in prima persona. Quando siamo scesi dal pullman qualche mio amico mi aveva sfidato dicendomi di fare la bandiera visto che gli avevo raccontato di averla fatta il giorno prima.
Pochi attimi prima Orso Goloso mi ha detto: Attento che ti scroci!. Meno male non è veggente come mio cugino. Infatti non mi sono fatto niente. Dato che molti non credevano fosse possibile, non mi avevano neanche guardato, quindi mi hanno chiesto di rifarla.
Sul pulmino c'era quiete e calma ed anche abbastanza silenzio. Dopo dieci minuti dalla partenza vedo M., alunno di 2°A, che tira fuori delle casse, Orso Goloso, Alce Scalciante e Lupo Sorridente e M. iniziarono a scancherarci sopra. Dopo altri cinque minuti si sente una musicaccia della malora. I miei poveri timpani ne sanno qualcosa.
Eravamo in una zona piena di mulini ad acqua e la corrente del grande fiume li faceva muovere abbastanza velocemente. Da un ponte abbiamo visto dei cavedani andare contro corrente e risalire una cascatella. Grandioso per dei pesci nenanche tanto grossi.
Una delle più grandi emozioni è stata l'arena, noi non vedevamo l'ora perchè pochi giorni prima gli One Direction si erano esibiti proprio lì. Una nostra compagna era convinta che ci sarebbero state le bancarelle ma in realtà non c'era niente però lei non si è arresa così continuava a chiedere a tutte le commesse se avevano qualcosa degli 1D. Al ritorno dall'arena, che a me ha colpito molto, abbiamo visto un negozio degli 1D così siamo entrati e abbiamo fatto un sacco di foto.
Dopo questa gita splendida i prof hanno deciso di portarci a vedere la chiesa delle Grazie, così quando saremmo dovuti entrare i prof ci hanno detto di spegnere i cellulari. Era giunto ormai il momento di entrare ma quando stavamo entrando il prof si è accorto che si stava celebrando la messa, così siamo andati a vedere il fiume che scorreva lì vicino. Io c'ero già stata in questo luogo con la mia famiglia. Successivamente siamo entrati in chiesa e al lampadario c'era appeso un coccodrillo. Quando c'ero andata con i miei genitori la guida che ci accompagnava mi ha spiegato che il coccodrillo viveva nel fiume e spaventava gli abitanti, così i monaci dell'uogo decisero di catturarlo, imbalsamarlo e appenderlo nella chiesa.
Stavamo camminando per le strade di Verona, quando, all'improvviso, una ragazza, mentre stavamo parlando con Alce Scalciante, e dunque distratta, si è schiantata con il ginocchio contro il palo, ed è stata zoppa per tutto il resto della gita.
All'arena abbiamo incontrato due gladiatori, uno ha visto il cubo di Rubik di E. e lo ha sfidato a chi sarebbe riuscito a risolverlo per primo. Ha vinto E., naturalmente.
E rieccola: la caccia ai souvenir. Quindici minuti per fare un giro di tutta la piazza, guardare le bancarelle e coprare per nonni, genitori, fratelli o sorelle. Sembrava impossibile, ma ce l'abbiamo fatta.
Dopo Verona siamo andati a Borghetto. Era bellissimo. Sembrava appena uscito da una fiaba: con tutti i mulini, i canali di acqua cristallina, i ponticelli, i cigni (coi piccoli) e la rocca...
Stavamo andando al pullman, ad un certo punto, ci siamo accorti che non c'erano più i prof. Nè davanti nè dietro. Dopo sono arrivati, erano incavolati... Erano rimasti al ponticello e noi li abbiamo seminati.