Racconto (e disegni) di Ruba Anime
Il professor Augusto, geologo di fama mondiale, pensa che il Klondike non sia l'unica regione con sorgenti e miniere d'oro e quindi inizia a cercare un territorio con caratteristiche e temperature adatte per il prezioso minerale. C’era solo un’isola con queste caratteristiche e dopo dieci anni di ricerche trova la caverna dorata. Subito contatta i suoi allievi migliori, ma Roberto e i suoi scagnozzi non renderanno loro vita facile.
DIARIO DI CARLO, 21 SETTEMBRE 2007 (mattina)
Ha squillato il telefono…drin! Driin! Chi è? Ho risposto io.
Era il professore e aveva notizie riguardo una caverna dorata. Voleva che io, Jessica e Tom lo aiutassimo a prelevare le rocce d’oro. Subito Jessica è scoppiata di gioia dicendo:- Siamo ricchi! Siamo ricchi!
Ma il professore aveva ordini precisi: dovevamo partire con una nave oceanografica dal porto di Tromso e arrivare da lui il prima possibile. Si era inoltre raccomandato di non parlare con nessuno della scoperta e di tenere controllate le previsioni meteorologiche.
Siamo partiti dal porto stamattina perché le previsioni meteo erano ottime.
DIARIO DI ROBERTO, 21 SETTEMBRE 2007 (mattina)
Io e i miei scagnozzi abbiamo per pura casualità intercettato la telefonata del professore e mi sono sorpreso del fatto che non mi abbia chiamato e medito vendetta. Il furbo Giorgio non ha accettato l’offesa e ha detto:- Prenderemo due piccioni con una fava! Li seguiremo, ci impadroniremo dell’oro e poi ci sbarazzeremo di loro. Luciano ha aggiunto:- La nave ci sta già aspettando al porto, è un peschereccio in buono stato, è veloce e robusto e con questa imbarcazione neanche il mare più burrascoso ci farà paura. Viaggeremo sicuri verso le Svalbard.
DIARIO DI ENRICO, 21 SETTEMBRE 2007 ( sera )
Tom ci ha spiegato che una volta sbarcati avremo a disposizione una decina di giorni prima che l’inverno boreale abbia inizio. La missione quindi è più pericolosa del previsto. L’inverno boreale avrebbe portato gelo e freddo in quantità e la nave non sarebbe potuta ripartire per il ritorno fino all’anno dopo. Se non fossimo tornati in tempo saremmo stati bloccati nelle Svalbard fra orsi polari affamati.
Ma ecco che uno scoppio ha interrotto il silenzio, dal mare una coda ha schizzato l’acqua sulla barca. Lorenzo ha detto: - L’orca è stata attirata da quello strano peschereccio.
Perchè dici strano?- ho chiesto io.
Tom mi ha risposto:- Ci sta seguendo da un po’ di tempo e non ha ancora calato le reti.
Ma nessuno di noi ha più badato alla barca che nel freddo mare artico è scomparsa.
Ha squillato il telefono…drin! Driin! Chi è? Ho risposto io.
Era il professore e aveva notizie riguardo una caverna dorata. Voleva che io, Jessica e Tom lo aiutassimo a prelevare le rocce d’oro. Subito Jessica è scoppiata di gioia dicendo:- Siamo ricchi! Siamo ricchi!
Ma il professore aveva ordini precisi: dovevamo partire con una nave oceanografica dal porto di Tromso e arrivare da lui il prima possibile. Si era inoltre raccomandato di non parlare con nessuno della scoperta e di tenere controllate le previsioni meteorologiche.
Siamo partiti dal porto stamattina perché le previsioni meteo erano ottime.
DIARIO DI ROBERTO, 21 SETTEMBRE 2007 (mattina)
Io e i miei scagnozzi abbiamo per pura casualità intercettato la telefonata del professore e mi sono sorpreso del fatto che non mi abbia chiamato e medito vendetta. Il furbo Giorgio non ha accettato l’offesa e ha detto:- Prenderemo due piccioni con una fava! Li seguiremo, ci impadroniremo dell’oro e poi ci sbarazzeremo di loro. Luciano ha aggiunto:- La nave ci sta già aspettando al porto, è un peschereccio in buono stato, è veloce e robusto e con questa imbarcazione neanche il mare più burrascoso ci farà paura. Viaggeremo sicuri verso le Svalbard.
DIARIO DI ENRICO, 21 SETTEMBRE 2007 ( sera )
Tom ci ha spiegato che una volta sbarcati avremo a disposizione una decina di giorni prima che l’inverno boreale abbia inizio. La missione quindi è più pericolosa del previsto. L’inverno boreale avrebbe portato gelo e freddo in quantità e la nave non sarebbe potuta ripartire per il ritorno fino all’anno dopo. Se non fossimo tornati in tempo saremmo stati bloccati nelle Svalbard fra orsi polari affamati.
Ma ecco che uno scoppio ha interrotto il silenzio, dal mare una coda ha schizzato l’acqua sulla barca. Lorenzo ha detto: - L’orca è stata attirata da quello strano peschereccio.
Perchè dici strano?- ho chiesto io.
Tom mi ha risposto:- Ci sta seguendo da un po’ di tempo e non ha ancora calato le reti.
Ma nessuno di noi ha più badato alla barca che nel freddo mare artico è scomparsa.
DIARIO DI ENRICO, 22 SETTEMBRE 2007 (mattina)
Abbiamo attraccato a Spizbergen vicino al peschereccio che ci ha preceduti. Abbiamo scaricato i bobcat e le motoslitte, ormai l’inverno è alle porte, il ghiaccio è ovunque e la neve con il freddo impedisce veloci spostamenti. Poi è arrivato il professore. Ci siamo scusati per il ritardo e abbiamo spiegato che a causa del forte vento e degli iceberg abbiamo ritardato.
Ma il professore è stato comprensivo ed ha iniziato a spiegarci la sua ricerca e il luogo in cui si trova la grotta. Ha consegnato ad ognuno di noi la mappa dell’isola nella quale era raffigurato il punto esatto della grotta e le coordinate geografiche precise. Eravamo pronti per partire, eravamo saliti sui bobcat e …BOOM!!!! Uno sparo ha squarciato l’aria, abbiamo guardato il professore che era…
2^ parte
...Uno sparo ha squarciato l'aria, abbiamo guardato il professore che era stato colpito a una gamba, disteso a terra dolorante. Eravamo in preda al panico e caricato il professore sul rimorchio del bobcat, siamo partiti a tutta velocità per scampare a una morte certa.
Il professore grondava sangue ed io dopo essermi allontanato abbastanza, ho provato a curarlo con bende e medicinali. Lui stava male e perdeva tanto sangue ed io non sapevo più che cosa fare.
Erano passati dieci minuti da quando il professore era stato colpito e già ci aveva abbandonato, era stremato per la dura permanenza nelle isole ghiacciate e il suo cuore non ha saputo reggere questo nuovo e improvviso dolore. Stava lì, immobile, sul manto bianco e candido del polo mentre la neve, che lentamente scendeva, gli ricopriva il volto pallido e il corpo fermo.
Il sangue aveva smesso di scorrere e noi, anche se con grande fatica, siamo dovuti ripartire per raggiungere la grotta.
DIARIO DI ROBERTO, 22 SETTEMBRE (pomeriggio)
Ci sono scappati tutti e tre ma sono sicuro di avere visto uno di loro colpito a morte.
Domani proverò a rintracciarli, seguendo la scia di sangue lasciata dal professore.
Inizia una bufera di neve.
DIARIO DI ENRICO, 25 SETTEMBRE 2007
Dopo tre lunghi giorni di viaggio siamo arrivati alla grotta indicata sulla cartina del professore. Il viaggio è stato molto faticoso, abbiamo trovato rifugio in crepacci che ci proteggevano dalla bufera e siamo riusciti a mangiare una foca catturata vicino a un’insenatura. I giorni qui passano lentamente ed è una continua battaglia per la sopravvivenza. Anche se stremati, oggi siamo arrivati alla grotta ed è stato stupendo... siamo entrati da una fessura quasi tutta ricoperta dalla neve fresca ed ecco...
Lo spettacolo più bello della nostra vita ci è stato offerto dalle pareti scintillanti di quella grotta dorata. Io e Gessica eravamo sbalorditi. Nel resto della giornata abbiamo caricato i bobcat con circa un quintale di oro tolto dalle pareti. La grotta ormai era stata spogliata di tutte le sue ricchezze e quindi abbiamo deciso di andarcene. Mentre ce ne andavamo, abbiamo sentito arrivare altri mezzi e ci siamo nascosti in una fessura di una caverna vicina insieme ai bobcat e all'oro in attesa di sapere chi fossero gli altri interessati al tesoro. Dopo pochi minuti ecco arrivare Roberto e i suoi scagnozzi, non avrei mai immaginato che dietro a tutto questo ci fossero loro. Eravamo molto impauriti e disorientati, sapevamo che comunque ci avrebbero raggiunto, quindi bisognava affrontarli in qualche modo. Gessica mi aveva preceduto e con un candelotto di dinamite stava andando contro il nemico. Io l'ho subito fermata, ma aveva ragione lei, bisognava usare le maniere forti. Abbiamo aspettato che tutti fossero dentro la grotta e con la dinamite accesa abbiamo fatto saltare l'ingresso della caverna. Poi siamo scappati, in direzione della barca.
DIARIO DI ROBERTO, 25 SETTEMBRE 2007
Oggi siamo arrivati alla grotta, ma ci avevano preceduto, la grotta era vuota e appena entrati un'esplosione ci ha travolti. Io sono l'unico superstite del mio gruppo e sono riuscito ad andarmene da quella trappola oscura dopo due ore dallo scoppio. Proverò a raggiungere con i mezzi a mia disposizione i responsabili di questa tragedia.
DIARIO DI ENRICO, 28 SETTEMBRE 2007
Il gruppo di Roberto ha fatto un'altra vittima, oggi siamo tornati alla nave e con dispiacere abbiamo trovato il corpo senza vita di Tom. Abbiamo caricato l'oro sulla nave e siamo partiti per Spitzbergen, ci siamo fatti aiutare dagli ultimi marinai presenti sull'isola. Ormai l'inverno è arrivato. Come aveva detto Tom, è un inferno di ghiaccio e nessuno sopravvive qui.
Se sono sopravvissuti, quei malfattori moriranno nell'isola in cui hanno ucciso. Arriveremo presto in Norvegia e là decideremo che cosa fare con il bottino, sicuramente onoreremo con un funerale i caduti di quest'impresa.
DIARIO DI ROBERTO, 29 SETTEMBRE 2007
Sono arrivato al porto e non c'era nessuno, tutti se ne erano andati ed io ero solo con la mia barca intrappolata nel ghiaccio. In questo momento scrivo mentre cammino verso il mare gelato perché so che non sopravviverò e non voglio continuare a soffrire. M’immergo in acqua e mi dico "ADDIO".
Abbiamo attraccato a Spizbergen vicino al peschereccio che ci ha preceduti. Abbiamo scaricato i bobcat e le motoslitte, ormai l’inverno è alle porte, il ghiaccio è ovunque e la neve con il freddo impedisce veloci spostamenti. Poi è arrivato il professore. Ci siamo scusati per il ritardo e abbiamo spiegato che a causa del forte vento e degli iceberg abbiamo ritardato.
Ma il professore è stato comprensivo ed ha iniziato a spiegarci la sua ricerca e il luogo in cui si trova la grotta. Ha consegnato ad ognuno di noi la mappa dell’isola nella quale era raffigurato il punto esatto della grotta e le coordinate geografiche precise. Eravamo pronti per partire, eravamo saliti sui bobcat e …BOOM!!!! Uno sparo ha squarciato l’aria, abbiamo guardato il professore che era…
2^ parte
...Uno sparo ha squarciato l'aria, abbiamo guardato il professore che era stato colpito a una gamba, disteso a terra dolorante. Eravamo in preda al panico e caricato il professore sul rimorchio del bobcat, siamo partiti a tutta velocità per scampare a una morte certa.
Il professore grondava sangue ed io dopo essermi allontanato abbastanza, ho provato a curarlo con bende e medicinali. Lui stava male e perdeva tanto sangue ed io non sapevo più che cosa fare.
Erano passati dieci minuti da quando il professore era stato colpito e già ci aveva abbandonato, era stremato per la dura permanenza nelle isole ghiacciate e il suo cuore non ha saputo reggere questo nuovo e improvviso dolore. Stava lì, immobile, sul manto bianco e candido del polo mentre la neve, che lentamente scendeva, gli ricopriva il volto pallido e il corpo fermo.
Il sangue aveva smesso di scorrere e noi, anche se con grande fatica, siamo dovuti ripartire per raggiungere la grotta.
DIARIO DI ROBERTO, 22 SETTEMBRE (pomeriggio)
Ci sono scappati tutti e tre ma sono sicuro di avere visto uno di loro colpito a morte.
Domani proverò a rintracciarli, seguendo la scia di sangue lasciata dal professore.
Inizia una bufera di neve.
DIARIO DI ENRICO, 25 SETTEMBRE 2007
Dopo tre lunghi giorni di viaggio siamo arrivati alla grotta indicata sulla cartina del professore. Il viaggio è stato molto faticoso, abbiamo trovato rifugio in crepacci che ci proteggevano dalla bufera e siamo riusciti a mangiare una foca catturata vicino a un’insenatura. I giorni qui passano lentamente ed è una continua battaglia per la sopravvivenza. Anche se stremati, oggi siamo arrivati alla grotta ed è stato stupendo... siamo entrati da una fessura quasi tutta ricoperta dalla neve fresca ed ecco...
Lo spettacolo più bello della nostra vita ci è stato offerto dalle pareti scintillanti di quella grotta dorata. Io e Gessica eravamo sbalorditi. Nel resto della giornata abbiamo caricato i bobcat con circa un quintale di oro tolto dalle pareti. La grotta ormai era stata spogliata di tutte le sue ricchezze e quindi abbiamo deciso di andarcene. Mentre ce ne andavamo, abbiamo sentito arrivare altri mezzi e ci siamo nascosti in una fessura di una caverna vicina insieme ai bobcat e all'oro in attesa di sapere chi fossero gli altri interessati al tesoro. Dopo pochi minuti ecco arrivare Roberto e i suoi scagnozzi, non avrei mai immaginato che dietro a tutto questo ci fossero loro. Eravamo molto impauriti e disorientati, sapevamo che comunque ci avrebbero raggiunto, quindi bisognava affrontarli in qualche modo. Gessica mi aveva preceduto e con un candelotto di dinamite stava andando contro il nemico. Io l'ho subito fermata, ma aveva ragione lei, bisognava usare le maniere forti. Abbiamo aspettato che tutti fossero dentro la grotta e con la dinamite accesa abbiamo fatto saltare l'ingresso della caverna. Poi siamo scappati, in direzione della barca.
DIARIO DI ROBERTO, 25 SETTEMBRE 2007
Oggi siamo arrivati alla grotta, ma ci avevano preceduto, la grotta era vuota e appena entrati un'esplosione ci ha travolti. Io sono l'unico superstite del mio gruppo e sono riuscito ad andarmene da quella trappola oscura dopo due ore dallo scoppio. Proverò a raggiungere con i mezzi a mia disposizione i responsabili di questa tragedia.
DIARIO DI ENRICO, 28 SETTEMBRE 2007
Il gruppo di Roberto ha fatto un'altra vittima, oggi siamo tornati alla nave e con dispiacere abbiamo trovato il corpo senza vita di Tom. Abbiamo caricato l'oro sulla nave e siamo partiti per Spitzbergen, ci siamo fatti aiutare dagli ultimi marinai presenti sull'isola. Ormai l'inverno è arrivato. Come aveva detto Tom, è un inferno di ghiaccio e nessuno sopravvive qui.
Se sono sopravvissuti, quei malfattori moriranno nell'isola in cui hanno ucciso. Arriveremo presto in Norvegia e là decideremo che cosa fare con il bottino, sicuramente onoreremo con un funerale i caduti di quest'impresa.
DIARIO DI ROBERTO, 29 SETTEMBRE 2007
Sono arrivato al porto e non c'era nessuno, tutti se ne erano andati ed io ero solo con la mia barca intrappolata nel ghiaccio. In questo momento scrivo mentre cammino verso il mare gelato perché so che non sopravviverò e non voglio continuare a soffrire. M’immergo in acqua e mi dico "ADDIO".