Racconto di Aquila Vociante
Una volta passato tra le varie carrozze trovo un'arma per difendersi, una classica Calibro 9 Parabellum. Iniziò ad esplorare quel treno distrutto scrutando attento la neve per terra. Cercava qualcosa. Qualcosa di indispensabile per la sua missione. Lo trovò accanto ad un pezzo di lamiera. Era il pugnale del dio Shambala (una divinità tibetana), lo stesso nome della città perduta (e sacra) che lui stava cercando. Poco dopo una pattuglia di Dravchenko scese da una parete rocciosa della montagna. Erano uomini ben equipaggiati e quindi molto pericolosi. Erano incaricati di trovare l'indispensabile pugnale per trovare ed aprire le porte di Shambala. Nathan si preparò a combattere.
Loro dubitavano che Nathan fosse morto e Nathan sapeva che loro erano lì per il pugnale. Accovacciato dietro la lamiera del vagone, sentiva i loro passi avvicinarsi sulla neve. Sbirciò per un secondo e vide una decina di soldati. Tre di loro si stavano avvicinando. Lui era chino, cercando di farsi il più piccolo possibile, e si coprì con la neve per mimetizzarsi. Sapeva che se lo avessero visto non sarebbe stato in grado di abbatterli tutti e tre. Ne vide uno entrare dentro un vagone ed un altro appoggiarsi ad una cassa. All'improvviso si accorse che il terzo mercenario stava salendo sul tetto di un vagone vicino tramite una scaletta di acciaio congelata. Mentre saliva Nathan scattò e si nascose furtivamente dietro la cassa su cui era seduto uno dei soldati. Con una mossa da fare invidia ad un Sensei (maestri giapponesi di arti marziali varie come Kung Fu e Karate), gli ruppe il collo ed in due secondi le minacce erano diventate nove. Stessa sorte toccò anche al secondo che venne soffocato. Il terzo venne stordito con un colpo sulla nuca e poi lanciato giù dal tetto del vagone. Uno dei sette ancora in piedi notò un movimento sospetto, un'ombra furtiva che si nascondeva sotto la finestra della carrozza in cui lui era nascosto. Si affacciò per un secondo ed in un attimo si trovò per terra con una pistola puntata alla testa. L'uomo tentò di afferrare l'arma quindi Nathan gli sparò. Il rumore venne udito dai suoi compagni che si precipitarono in massa in quella direzione con il loro M-4 pronti a far fuoco. Ci fu una cruenta battaglia. Dopo mezz'ora di strenuo combattimento, non rimaneva più nessun uomo in grado di combattere. Nathan si trascinò con le sue ultime forze fino ad un basso muro di roccia. Lo scalò. Dopo 500 metri circa Nathan cadde a terra infreddolito e stremato per la perdita di sangue, il freddo ed il combattimento. Si accasciò sulla neve fresca e svenne.
"Do-dove sono?" Un uomo si avvicinò a lui, blaterò qualcosa in tibetano, Nathan capì solo "Tzing lyu". Nathan diede un'occhiata in giro e capì che era in una casa in un villaggio tibetano, da qualche parte sperduta nella catena montuosa dell'Himalaya. Capì che Tzing Lyu lo aveva curato. Si guardò un secondo e notò che aveva una giacca di pelliccia folta e pesante ed una cinghia di cuoio con attaccata una grossa bisaccia. Nathan si presentò e Tzing Lyu chiamò i suoi due figli, Wey e Ying Lyu. Entrambi avevano sette anni. Tzing gli porse del pane con burro di yak, un frutto tipico e un bicchiere di latte di yak. Mentre lui mangiava Tzing gli preparò il letto dove avrebbe dovuto dormire. Al suo risveglio Nathan vide Tzing che sfogliava il suo diario. Nathan si avvicinò e disse a Tzing: "Io sto cercando una città, per voi sacra. Tzing, sai dove si trova?" Tzing gli rispose qualcosa in tibetano...
2^ parte
Mi fece cenno di seguirlo. Aprì una botola nascosta sotto il tappeto che aveva in cucina. Saltò . Saltò dentro e mi mostrò tutto l'equpaggiamento necessario. C'erano armi e vestiti. Indossammo delle pellicce di Yak e degli stivali di pelle di pecora, con tanto di calda lana. Mi diede tre armi. Il fucile di precisione "Dragon", di alta precisone, lunga gittata ed elevata penetrazione. Un "M-4", mitragliatore leggero di media gittata, con un'elevata potenza di fuoco e buona capienza, adatto a scontri ravvicinati. Infine la "Beretta 92-SB", pistola dalla buona precisione e me dia penetrazione. Tutto questo armamento sarebbe servito in caso di scontri ravvicinati con bestie feroci e pericolose o peggio con gli scagnozzi di Dravchenko. Così coperti non sentimmo freddo mentre ci avventuravamo tra le montagne. Grazie alle conoscenze del luogo di Tzing arrivammo a destinazione con velocità e senza troppe difficoltà. Tzing non mi disse dove ci stavamo dirigendo. Arrivammo davanti ad una caverna, congelata e fredda con grosse stalattiti e stalagmiti di ghiaccio e di roccia pendenti dal soffitto e dal pavimento. Tzing disse che dentro questa caverna si trovava un gigantesco ed antichissimo tempio tibetano e forse saremmo riusciti a trovare delle informazioni riguardante Shambala.
Continua