Racconto di Lampo nel Buio
Mi chiamo Jefry Simon, sono americana però ho origini italiane. Studio i fenomeni terrestri e il primo luglio del 2010 stavo andando in Thailandia per delle ricerche. Con me c'era anche un’amica, Lisa, che esercita la mia stessa professione.
-Oh Jefry, sono emozionatissima, non vedo l’ora di andare al mare-disse Lisa.
-Ti ricordo che siamo qui per studiare, perché vengono tanti tsunami, non andremmo in spiaggia-ribattei io.
-Oh, speravo di andare in spiaggia e di incontrare ragazzi carini.
Si vide una lucina che segnalava mettersi la cintura perché stavamo atterrando.
-Oh oh oh , che bello, stiamo atterrando, ti adoro, mi hai portato qui, che bello!-disse Lisa
-Calma, calma, ecco scendiamo, prendi i bagagli.
Scendemmo e andammo a prendere i bagagli.
-Che bello, non vedo l’ora di andare in albergo e farmi una bella doccia-disse Lisa.
-Ok, andiamo in albergo, dai, andiamo!
Arrivati nella capitale Bangkok noleggiammo una macchina e andammo ad Ayuttaya, e visitammo il tempio di Wat Chai Wattanarem in stile Khmer.
-Pensa, Lisa, la Thailandia è il quarantanovesimo stato del mondo per la superfice: 514.000 chilometri quadrati-dissi a Lisa.
Arrivammo in albergo e vedemmo un bellissimo letto a baldacchino di color rosa antico e le tende legate con fili d’oro, e il bagno era ancora più bello.
Ci sistemammo, poi salimmo sulla nave
-Buongiorno signore, siamo americane ci siamo laureate ad Haward e ci chiamiamo Jefry e Lisa -dissi io.
-Si, ok ,siete sulla lista, potete entrare.
Ci misero sulla nave davanti a degli apparecchi. Arrivò un signore e ci spiegò la nostra funzione. Il capitano si alzò in piedi e ci chiese:
-Avete capito?
-Sì-rispose il coro.
Il giorno dopo andammo in giro visto che il martedì era il nostro giorno libero.
-Bello, facciamo un tour della città-disse Lisa.
-Si, intanto mangiamo, facciamo una bella colazione, ci prepariamo due panini e andiamo-dissi io con la bocca piena e le briciole sulla labbra.
Alle 10:00 uscimmo dall’albergo e iniziammo il tour della giornata. Ci dirigemmo verso Hasa Yaita. Entrammo, era bellissima, lucente piena di quadri.
Però c’era qualcosa che non mi convinceva, sentivo delle voci, come un canto religoso.
-Jefry, Jefry, non mi piace questo posto, andiamo via!- disse Lisa tremando.
-Dai su, stai zitta, io sono curiosa e ci andrò e tu mi accompagnerai.
-Ma neanche se mi pagassero, tu sei tutta matta- ribattè con timore Lisa.
-Dai muoviti tonta,mica ci uccideranno... Entriamo di nascosto e vediamo cosa fanno e basta, dai vieni!
Allora andammo e aprimmo la porta…
Trovammo degli uomini in veste arancione con il petto mezzo scoperto e una gonna lunga,dei sandali e con la testa pelata. Io ero ancora più incuriosita e Lisa ancora più spaventata.
Quegli uomini stavano parlando in una lingua incomprensibile che pensai che fosse Tailandese. Stavano adorando un dio molto intensamente. Ad un tratto quella stupida di Lisa starnutì.
-Cavolo, Lisa,dovevi starnutire proprio adesso, mhh.
-Scusa, non ho fatto apposta, mi è scappato-disse Lisa tirando fuori un fazzoletto dallo zaino.
Gli uomini interruppero tutto, tre secondi di silenzio
Uno…Due…Tre…, intervenne un uomo e disse:-Qabud krrsb hhso jn lisdh yeibd xvyevsduh udue ya navenua sis tama faca.
Non capimmo niente, però ci mettemmo a correre come pazze e loro ci inseguirono.
Uscimmo dalla tempio e loro non vollero uscire, erano spaventati, terrorizzati dal sole.
-Che cavolo è stato?- disse Lisa
-Non lo so, ma io voglio andare in fondo a questa storia- dissi.
-Va bene- ribattè Lisa senza esitare
Era l’una quando rientrammo in albergo. Salimmo in camera e sul tablet cercai “Thailandia persone”. Ma non trovai nulla di quello che mi serviva. Dovevo scoprire cosa stava succedendo con solo le mie forze e quelle di Lisa. Sempre che fosse disposta.
Seconda parte
Il giorno dopo ci svegliammo alle 7:00 di mattina per andare al lavoro.
Dopo aver fatto un abbondante colazione ci recammo al molo, dove ci attendeva la nostra nave, però c'era qualcosa che mi turbava; quella storia dei monaci che avevano indosso quelli strani abiti bianchi: era tutto molto strano.
Non riuscivo a fare due cose contemporaneamente e quindi decisi di andarmene da lì, per recarmi in albergo e riflettere sull' accaduto.
-Lisa Lisa, vieni andiamo, non riesco più a stare qua, andiamo via!
-Ma perchè, io sto lavorando- disse Lisa.
-Zitta zitta, taci e vieni, ti spiegerò tutto- disse io a bassa voce
Riuscimmo ad andare via e ci dirigemmo verso l'albergo.
Salimmo in camera, ci lavammo le mani e ritornammo fuori per mangiare un boccone e dopo ci saremmo recati alla cattedrale.
Mangiammo due panini molto buoni,
-Veramente buoni questi panini, concordi?- disse Lisa.
-Concordo pienamente- disse io con la bocca piena.
Finito di mangiare ci incamminammo verso la cattedrale. Arrivati a destinazione entrammo nella cattedrale. Era tetra, buia, con le finestre tutte chiuse faceva paura.
Comunque prendemmo coraggio e entrammo
- Jefry, ho paura, andiamo via da qua!
-No no, noi stamo qua, dobbiamo scoprire chi sono quelle persone che abbiamo visto ieri, andiamo!
Arrivammo alla porticina della stanza in cui ieri avevamo quelle strane persone. Entammo e le rivedemmo di nuovo, chiudemmo la porta velocemente e ci allontanammo un po' per riflettere e discutere su cosa fare.
-Jefry, io ho paura-
-Allora fattela passare!-ribattei io con voce seccata.
-Allora, Lisa, ascoltami attentamente: noi entriamo e cominciamo a parlare...ok?
-Ma Jefry ,se non parlano la nostra lingua non ci capiranno mai!
-Giusto, allora noi entriamo e stiamo ferme e vediamo la loro reazione. Per nulla al mondo dobbiamo scappare, non dobbiamo andare via...va bene?
-ok- disse Lisa con voce impaurita
uno...due...tre...VIA!
Entrammo,ci fu un minuto di silenzio e poi qedcdswfgdebhgdbhgh dggehn gehnr beynb edje dhen dshuhjenfd d dhyfd dfhegswgbd dhgedhedve fhredhjdnb. Io e Lisa non capimmo una sola parola di quello che avevano detto ma si vide dai loro volti la loro rabbia verso di noi.
Io bisbigliai a Lisa:
-Non muoverti, resta lì-
-Va bene, va bene-
Gli uomini corsero verso di noi e ci presero e ci legarono con delle funi che avevano alla loro destra.
-Jefryy ,aiuto cosa facciamo?- disse Lisa urlando in preda al panico
-Non lo so, comunque tu stai ferma...
Dopo averci legate ci portarono in una stanza dove si poteva accedere solo dicendo una determinata frase. Uno di questi monaci fece un passo avanti si inchinò e disse: Qfhsdevhg dyhhd aiakbd hsdjn dhyjs oss aimacv apruikkj, si rialzò, fece un passo indietro e aspettò pazientemente che la porta si aprisse.
La porta si aprì e vedemmo una gigantesca statua in oro massiccio sembrava una divinità.
Ci misero davanti a questa dività, loro si misero in cerchio e cominciarono a pregare con la testa china su tappeti.
-Cosa succede. liberateci lasciateci andare!- gridò Lisa.
-Calmati, cosa ci potrà mai succedere, non ci uccideranno mica, almeno spero...
-Come, io non voglio essere uccisa, giuro che se mi uccideranno stai certa che tu andrai negli inferi dell'inferno- disse Lisa arrabbiata.
Dopo avere finito di pregare i monaci si alzarono, andarono a baciare la statua, si inchinarono al suo cospetto,ci presero e ci portarono in un'altra stanza dove c'eranomezzi di tortura. Adesso avevano molta paura
-Jefry, ho paura cosa facciamo?
-Lisa, aspettiamo la nostra morte.
-Cosaaa? No, non voglio morire.
-Mi dispiace Lisa, ti ho sempre voluto bene, e tu lo sai.
Adesso Lisa capì tutto, dovevamo morire quindi si mise calma.
[continua]
-Oh Jefry, sono emozionatissima, non vedo l’ora di andare al mare-disse Lisa.
-Ti ricordo che siamo qui per studiare, perché vengono tanti tsunami, non andremmo in spiaggia-ribattei io.
-Oh, speravo di andare in spiaggia e di incontrare ragazzi carini.
Si vide una lucina che segnalava mettersi la cintura perché stavamo atterrando.
-Oh oh oh , che bello, stiamo atterrando, ti adoro, mi hai portato qui, che bello!-disse Lisa
-Calma, calma, ecco scendiamo, prendi i bagagli.
Scendemmo e andammo a prendere i bagagli.
-Che bello, non vedo l’ora di andare in albergo e farmi una bella doccia-disse Lisa.
-Ok, andiamo in albergo, dai, andiamo!
Arrivati nella capitale Bangkok noleggiammo una macchina e andammo ad Ayuttaya, e visitammo il tempio di Wat Chai Wattanarem in stile Khmer.
-Pensa, Lisa, la Thailandia è il quarantanovesimo stato del mondo per la superfice: 514.000 chilometri quadrati-dissi a Lisa.
Arrivammo in albergo e vedemmo un bellissimo letto a baldacchino di color rosa antico e le tende legate con fili d’oro, e il bagno era ancora più bello.
Ci sistemammo, poi salimmo sulla nave
-Buongiorno signore, siamo americane ci siamo laureate ad Haward e ci chiamiamo Jefry e Lisa -dissi io.
-Si, ok ,siete sulla lista, potete entrare.
Ci misero sulla nave davanti a degli apparecchi. Arrivò un signore e ci spiegò la nostra funzione. Il capitano si alzò in piedi e ci chiese:
-Avete capito?
-Sì-rispose il coro.
Il giorno dopo andammo in giro visto che il martedì era il nostro giorno libero.
-Bello, facciamo un tour della città-disse Lisa.
-Si, intanto mangiamo, facciamo una bella colazione, ci prepariamo due panini e andiamo-dissi io con la bocca piena e le briciole sulla labbra.
Alle 10:00 uscimmo dall’albergo e iniziammo il tour della giornata. Ci dirigemmo verso Hasa Yaita. Entrammo, era bellissima, lucente piena di quadri.
Però c’era qualcosa che non mi convinceva, sentivo delle voci, come un canto religoso.
-Jefry, Jefry, non mi piace questo posto, andiamo via!- disse Lisa tremando.
-Dai su, stai zitta, io sono curiosa e ci andrò e tu mi accompagnerai.
-Ma neanche se mi pagassero, tu sei tutta matta- ribattè con timore Lisa.
-Dai muoviti tonta,mica ci uccideranno... Entriamo di nascosto e vediamo cosa fanno e basta, dai vieni!
Allora andammo e aprimmo la porta…
Trovammo degli uomini in veste arancione con il petto mezzo scoperto e una gonna lunga,dei sandali e con la testa pelata. Io ero ancora più incuriosita e Lisa ancora più spaventata.
Quegli uomini stavano parlando in una lingua incomprensibile che pensai che fosse Tailandese. Stavano adorando un dio molto intensamente. Ad un tratto quella stupida di Lisa starnutì.
-Cavolo, Lisa,dovevi starnutire proprio adesso, mhh.
-Scusa, non ho fatto apposta, mi è scappato-disse Lisa tirando fuori un fazzoletto dallo zaino.
Gli uomini interruppero tutto, tre secondi di silenzio
Uno…Due…Tre…, intervenne un uomo e disse:-Qabud krrsb hhso jn lisdh yeibd xvyevsduh udue ya navenua sis tama faca.
Non capimmo niente, però ci mettemmo a correre come pazze e loro ci inseguirono.
Uscimmo dalla tempio e loro non vollero uscire, erano spaventati, terrorizzati dal sole.
-Che cavolo è stato?- disse Lisa
-Non lo so, ma io voglio andare in fondo a questa storia- dissi.
-Va bene- ribattè Lisa senza esitare
Era l’una quando rientrammo in albergo. Salimmo in camera e sul tablet cercai “Thailandia persone”. Ma non trovai nulla di quello che mi serviva. Dovevo scoprire cosa stava succedendo con solo le mie forze e quelle di Lisa. Sempre che fosse disposta.
Seconda parte
Il giorno dopo ci svegliammo alle 7:00 di mattina per andare al lavoro.
Dopo aver fatto un abbondante colazione ci recammo al molo, dove ci attendeva la nostra nave, però c'era qualcosa che mi turbava; quella storia dei monaci che avevano indosso quelli strani abiti bianchi: era tutto molto strano.
Non riuscivo a fare due cose contemporaneamente e quindi decisi di andarmene da lì, per recarmi in albergo e riflettere sull' accaduto.
-Lisa Lisa, vieni andiamo, non riesco più a stare qua, andiamo via!
-Ma perchè, io sto lavorando- disse Lisa.
-Zitta zitta, taci e vieni, ti spiegerò tutto- disse io a bassa voce
Riuscimmo ad andare via e ci dirigemmo verso l'albergo.
Salimmo in camera, ci lavammo le mani e ritornammo fuori per mangiare un boccone e dopo ci saremmo recati alla cattedrale.
Mangiammo due panini molto buoni,
-Veramente buoni questi panini, concordi?- disse Lisa.
-Concordo pienamente- disse io con la bocca piena.
Finito di mangiare ci incamminammo verso la cattedrale. Arrivati a destinazione entrammo nella cattedrale. Era tetra, buia, con le finestre tutte chiuse faceva paura.
Comunque prendemmo coraggio e entrammo
- Jefry, ho paura, andiamo via da qua!
-No no, noi stamo qua, dobbiamo scoprire chi sono quelle persone che abbiamo visto ieri, andiamo!
Arrivammo alla porticina della stanza in cui ieri avevamo quelle strane persone. Entammo e le rivedemmo di nuovo, chiudemmo la porta velocemente e ci allontanammo un po' per riflettere e discutere su cosa fare.
-Jefry, io ho paura-
-Allora fattela passare!-ribattei io con voce seccata.
-Allora, Lisa, ascoltami attentamente: noi entriamo e cominciamo a parlare...ok?
-Ma Jefry ,se non parlano la nostra lingua non ci capiranno mai!
-Giusto, allora noi entriamo e stiamo ferme e vediamo la loro reazione. Per nulla al mondo dobbiamo scappare, non dobbiamo andare via...va bene?
-ok- disse Lisa con voce impaurita
uno...due...tre...VIA!
Entrammo,ci fu un minuto di silenzio e poi qedcdswfgdebhgdbhgh dggehn gehnr beynb edje dhen dshuhjenfd d dhyfd dfhegswgbd dhgedhedve fhredhjdnb. Io e Lisa non capimmo una sola parola di quello che avevano detto ma si vide dai loro volti la loro rabbia verso di noi.
Io bisbigliai a Lisa:
-Non muoverti, resta lì-
-Va bene, va bene-
Gli uomini corsero verso di noi e ci presero e ci legarono con delle funi che avevano alla loro destra.
-Jefryy ,aiuto cosa facciamo?- disse Lisa urlando in preda al panico
-Non lo so, comunque tu stai ferma...
Dopo averci legate ci portarono in una stanza dove si poteva accedere solo dicendo una determinata frase. Uno di questi monaci fece un passo avanti si inchinò e disse: Qfhsdevhg dyhhd aiakbd hsdjn dhyjs oss aimacv apruikkj, si rialzò, fece un passo indietro e aspettò pazientemente che la porta si aprisse.
La porta si aprì e vedemmo una gigantesca statua in oro massiccio sembrava una divinità.
Ci misero davanti a questa dività, loro si misero in cerchio e cominciarono a pregare con la testa china su tappeti.
-Cosa succede. liberateci lasciateci andare!- gridò Lisa.
-Calmati, cosa ci potrà mai succedere, non ci uccideranno mica, almeno spero...
-Come, io non voglio essere uccisa, giuro che se mi uccideranno stai certa che tu andrai negli inferi dell'inferno- disse Lisa arrabbiata.
Dopo avere finito di pregare i monaci si alzarono, andarono a baciare la statua, si inchinarono al suo cospetto,ci presero e ci portarono in un'altra stanza dove c'eranomezzi di tortura. Adesso avevano molta paura
-Jefry, ho paura cosa facciamo?
-Lisa, aspettiamo la nostra morte.
-Cosaaa? No, non voglio morire.
-Mi dispiace Lisa, ti ho sempre voluto bene, e tu lo sai.
Adesso Lisa capì tutto, dovevamo morire quindi si mise calma.
[continua]