di Androide
Sono sveglia, sono viva, loro mi controllano e mi dicono cosa devo fare, loro controllano tutto.
È da quasi un anno, ormai, che grazie allo sviluppo della tecnologia le persone a capo del mondo possono controllare tutto e tutti.
Fin dalla nascita a ogni bambino viene impiantato un cip chiamato D.C.M.U. (Dispositivo per il Controllo della Mente Umana), un computer in grado di vedere tutto ciò che vedi e sentire tutto ciò che senti. D.C.M.U. ti insegna cos'è giusto e cos'è sbagliato; ad ogni più piccolo errore dal dispositivo partono impulsi elettrici che di volta in volta diventano sempre più forti fino ad ucciderti.
Nel mondo ci sono gruppi di persone che resistono e scappano, le autorità li cercano da mesi ma senza nessun risultato ed è lì che voglio andare, voglio essere di nuovo libera.
In questi mesi ci sono state delle sparizioni "misteriose", gente che scompare lasciando sul pavimento della propria abitazione solo i resti del D.C.M.U. rotto e un biglietto con scritto:
-Riavremo tutti la libertà, non potete controllarci per sempre.
Io penso sia la Resistenza, ma le autorità cercano di zittire queste voci... ah... un'altra scossa, non dovrei pensare a queste cose. Si dice che nessuno possa trovare la Resistenza ma che sia la resistenza a trovare te.
Da quando mi hanno impiantato il cip, i miei genitori e Jack, il mio ragazzo, sono scomparsi... Ho provato a cercarli, potrebbero essere già morti, sono preoccupata, spero abbiano trovato un posto dove rifugiarsi, un posto lontano e protetto.
Passano i giorni, i mesi, scompaiono persone e ci sono piccole rivolte che vengono represse duramente...
Cos'è stato questo rumore? Chi è? C’è un rumore di passi, hanno spento la corrente, si sente una voce:
-Ciao Lucy, sono Jack.
-Oddio sei vivo, dove sei stato? Ma, un momento… non hai il cip!
-Non me l’hanno impiantato, sono riuscito a scappare ma ora basta parlare, chiudi gli occhi, loro non devono sentire né vedere. Ti togliamo il cip.
Non vidi niente, sentii solo un rumore meccanico e un grande rumore dietro alla testa, dove prima c’era il D.C.M.U. ora c’è solo un profondo taglio.
-Lucy, ora seguimi, non parlare confonditi in mezzo alla folla…ma stai attenta, la polizia, arriverà sicuramente tra poco, non ci dobbiamo far scoprire o ci uccideranno- disse Jack.
Jack è cambiato, non è più lo stesso, non è quel ragazzo sempre allegro che conoscevo…ora è serio, non mostra alcun sentimento o emozione, che sia successo qualcosa mentre io non c’ero?
Jack si avvicina a me e inizia a parlare:
-Sali in macchina. Questi sono degli amici della Resistenza, benvenuta. Lui è Luke e gli altri tre sono Paul, Steve e Simon.
-Ciao a tutti. Quindi voi fate parte della Resistenza?
-Sì - rispondono in coro.
-E non vi hanno mai impiantato il dispositivo?
-A Simon e Steve, sì, ma glielo abbiamo tolto quasi subito e alla base ci sono altre persone che lo hanno tolto- disse Paul.
-Jack, alla base ci sono anche i nostri genitori?
-Sì, i tuoi sono scappati con me la notte in cui ti hanno presa. I miei sono morti, quando gli abbiamo tolto il cip, la scossa è stata troppo forte da sopportare e così sono morti.
-E’ una cosa spaventosa, quindi togliere il dispositivo non è sicuro?
-No – rispose -ci sono casi in cui non si sopravvive per via dell’impulso elettrico troppo forte; è spiacevole e triste ma necessario per riavere la libertà.
-Capisco…
A quel punto Jack va con Simon nel baule del furgone, dove tenevano le armi. IL viaggio inizia, sono nel posto di fianco a Steve che sta guidando, sto ripensando alla mia vita con Jack prima che m’impiantassero il D.C.M.U.
-So a cosa stai pensando, - dice Steve interrompendo il silenzio - stai pensando a Jack e anche lui sta pensando sicuramente a te. Lo so, è cambiato molto in questi anni, soprattutto dopo la morte dei suoi genitori…ha pianto tutta la notte e poi non ha pianto più. Ogni giorno vede morire persone, bambini rimanendo imperturbabile. - conclude Steve.
Passano le ore. Ci siamo. Sono alla Resistenza. Davanti a me c’è un enorme costruzione sotterranea con computer, telecamere di sorveglianza, armi, sono un’intera società; pensavo fossero pochi sopravvissuti, invece sono migliaia di persone.
-Vieni, Lucy, ti faccio vedere la tua camera, è di fianco alla mia. - dice Jack.
-Jack, com’è nata la Resistenza?
-Quando ti hanno preso, ho incontrato persone in fuga come me e da lì abbiamo formato la Resistenza. All’inizio ci spostavamo in continuazione ma ora ci siamo stabiliti qui. La polizia ci cerca, a volte si avvicina e rischia di scoprirci, ma la portiamo sempre fuori strada.
Jack mi ha spiegato che appena la Resistenza raggiungerà un numero abbastanza elevato di persone, attaccheranno le città principali nel mondo per riavere indietro gli amici e i familiari. Io sono convinta che se farà ciò moriremo tutti.
La vita all’interno della Resistenza è dura, il cibo non basta mai e bisogna mandare in continuazione ragazzi a prendere le scorte e spesso non tornano. Ogni giorno vedo furgoni che partono vuoti e che tornano a casa con armi e sempre più persone. Si stanno preparando ad una guerra. Lo so. Ma non siamo abbastanza e non siamo pronti.
Jack mi ha detto che tornerà tardi perché ha un impegno. Lo voglio seguire per sapere di cosa si tratta.
Sono le 21.00. Jack è appena uscito, è sta entrando nell’accampamento per parlare…
-Domani attaccheremo la prima città, dobbiamo essere pronti, le armi sono già sui furgoni. - dice Jack - Se dovremo sparare apriremo il fuoco. Loro sono i vostri amici, i vostri parenti ma se vi attaccheranno dovrete rispondere.
-No! - grido spalancando la porta -Voi non siete pronti alla guerra, vi uccideranno.
Jack si avvicina mettendo la sua mano sulla mia spalla. - Lucy, nessuno è mai stato pronto alla guerra.
Il giorno seguente hanno fatto l’annuncio a tutta la Resistenza. Le donne e i bambini sarebbero rimasti all’accampamento, mentre gli altri sarebbero andati in guerra.
È pomeriggio, ho visto passare davanti a me ragazzi di tredici anni con armi in mano, insicuri e tristi, tutto ciò non ha senso.
La guerra sta per iniziare, nonostante io sia contraria alle armi e al fatto di far partecipare alla guerra dei ragazzini, voglio prendere parte anch’io; se devo morire…morirò provandoci. Il furgone partirà tra pochi minuti e salirò cercando di non farmi scoprire. Attaccheremo la citta di New York. Scesi dai furgoni c’era Jack, si era accorto che ero venuta a combattere.
-Pronti? La guerra non è un gioco, è morte, è per la libertà. Pronti a riavere indietro i nostri cari? - grida a squarciagola, ma ha paura, lo so, l’abbiamo tutti.
A quel punto si sentì un gran rumore di spari seguito da un irreale silenzio.
…
La guerra è finita, quando arrivammo a New York, trovammo un esercito di militari, erano più di noi. Sapevano già che avremmo attaccato, qualcosa c’è sfuggito, qualcuno aveva detto a tutti che avremmo iniziato la guerra. Molti di noi sono morti, ormai la Resistenza non c’è più, Jack non c’è più. Mi stanno accompagnando in un edificio per essere interrogata…e poi, come gli altri “resistenti” sarò uccisa senza processo. Mentre cammino per i grigi corridoi, vedo Steve con il comandante a capo dell’esercito che ci aveva distrutto e dietro di lui i suoi genitori, era lui la talpa, colui che ci ha tradito. L’avranno ricattato per avere informazioni sulla Resistenza; pensare che era la spalla destra di Jack! Non ci posso credere, sacrificare migliaia di vite per riavere i suoi genitori indietro, quale uomo si può spingere fino a questo punto?
Ha una pistola in mano e…la sta puntando verso il comandante! A quel punto sento uno sparo, le due autorità che avevo dietro iniziano a ridacchiare in modo irritante, quando mi accorgo che non hanno il dispositivo dietro, nella nuca. Mi stanno portando in un furgone, mi hanno bendata. Quando riapro gli occhi, vedo Luke, Simon, Paul e tante altre persone della Resistenza, sopravvissute alla guerra.
Mi hanno spiegato che l’assalto a New York era un trucco per riavere i genitori di Steve. Certo, alcune persone sarebbero morte comunque, ma solo una piccola parte rispetto a quella che si è salvata. Mi spiegarono inoltre che Jack era allo scuro di tutto ciò, perché se avesse scoperto i veri piani, non avrebbe acconsentito ad un’idea così malsana. Chiesi, dove fosse Jack, perché non l’ho, vedevo più e perché pensavo fosse morto…ma mi risposero rattristati che non ce l’aveva fatta, ed un soldato lo aveva colpito dritto al cuore.
Il furgone si è fermato, scendo, e una voce dietro di me annuncia: -Benvenuta alla Resistenza 2.0.
Sono sveglia, sono viva, loro mi controllano e mi dicono cosa devo fare, loro controllano tutto.
È da quasi un anno, ormai, che grazie allo sviluppo della tecnologia le persone a capo del mondo possono controllare tutto e tutti.
Fin dalla nascita a ogni bambino viene impiantato un cip chiamato D.C.M.U. (Dispositivo per il Controllo della Mente Umana), un computer in grado di vedere tutto ciò che vedi e sentire tutto ciò che senti. D.C.M.U. ti insegna cos'è giusto e cos'è sbagliato; ad ogni più piccolo errore dal dispositivo partono impulsi elettrici che di volta in volta diventano sempre più forti fino ad ucciderti.
Nel mondo ci sono gruppi di persone che resistono e scappano, le autorità li cercano da mesi ma senza nessun risultato ed è lì che voglio andare, voglio essere di nuovo libera.
In questi mesi ci sono state delle sparizioni "misteriose", gente che scompare lasciando sul pavimento della propria abitazione solo i resti del D.C.M.U. rotto e un biglietto con scritto:
-Riavremo tutti la libertà, non potete controllarci per sempre.
Io penso sia la Resistenza, ma le autorità cercano di zittire queste voci... ah... un'altra scossa, non dovrei pensare a queste cose. Si dice che nessuno possa trovare la Resistenza ma che sia la resistenza a trovare te.
Da quando mi hanno impiantato il cip, i miei genitori e Jack, il mio ragazzo, sono scomparsi... Ho provato a cercarli, potrebbero essere già morti, sono preoccupata, spero abbiano trovato un posto dove rifugiarsi, un posto lontano e protetto.
Passano i giorni, i mesi, scompaiono persone e ci sono piccole rivolte che vengono represse duramente...
Cos'è stato questo rumore? Chi è? C’è un rumore di passi, hanno spento la corrente, si sente una voce:
-Ciao Lucy, sono Jack.
-Oddio sei vivo, dove sei stato? Ma, un momento… non hai il cip!
-Non me l’hanno impiantato, sono riuscito a scappare ma ora basta parlare, chiudi gli occhi, loro non devono sentire né vedere. Ti togliamo il cip.
Non vidi niente, sentii solo un rumore meccanico e un grande rumore dietro alla testa, dove prima c’era il D.C.M.U. ora c’è solo un profondo taglio.
-Lucy, ora seguimi, non parlare confonditi in mezzo alla folla…ma stai attenta, la polizia, arriverà sicuramente tra poco, non ci dobbiamo far scoprire o ci uccideranno- disse Jack.
Jack è cambiato, non è più lo stesso, non è quel ragazzo sempre allegro che conoscevo…ora è serio, non mostra alcun sentimento o emozione, che sia successo qualcosa mentre io non c’ero?
Jack si avvicina a me e inizia a parlare:
-Sali in macchina. Questi sono degli amici della Resistenza, benvenuta. Lui è Luke e gli altri tre sono Paul, Steve e Simon.
-Ciao a tutti. Quindi voi fate parte della Resistenza?
-Sì - rispondono in coro.
-E non vi hanno mai impiantato il dispositivo?
-A Simon e Steve, sì, ma glielo abbiamo tolto quasi subito e alla base ci sono altre persone che lo hanno tolto- disse Paul.
-Jack, alla base ci sono anche i nostri genitori?
-Sì, i tuoi sono scappati con me la notte in cui ti hanno presa. I miei sono morti, quando gli abbiamo tolto il cip, la scossa è stata troppo forte da sopportare e così sono morti.
-E’ una cosa spaventosa, quindi togliere il dispositivo non è sicuro?
-No – rispose -ci sono casi in cui non si sopravvive per via dell’impulso elettrico troppo forte; è spiacevole e triste ma necessario per riavere la libertà.
-Capisco…
A quel punto Jack va con Simon nel baule del furgone, dove tenevano le armi. IL viaggio inizia, sono nel posto di fianco a Steve che sta guidando, sto ripensando alla mia vita con Jack prima che m’impiantassero il D.C.M.U.
-So a cosa stai pensando, - dice Steve interrompendo il silenzio - stai pensando a Jack e anche lui sta pensando sicuramente a te. Lo so, è cambiato molto in questi anni, soprattutto dopo la morte dei suoi genitori…ha pianto tutta la notte e poi non ha pianto più. Ogni giorno vede morire persone, bambini rimanendo imperturbabile. - conclude Steve.
Passano le ore. Ci siamo. Sono alla Resistenza. Davanti a me c’è un enorme costruzione sotterranea con computer, telecamere di sorveglianza, armi, sono un’intera società; pensavo fossero pochi sopravvissuti, invece sono migliaia di persone.
-Vieni, Lucy, ti faccio vedere la tua camera, è di fianco alla mia. - dice Jack.
-Jack, com’è nata la Resistenza?
-Quando ti hanno preso, ho incontrato persone in fuga come me e da lì abbiamo formato la Resistenza. All’inizio ci spostavamo in continuazione ma ora ci siamo stabiliti qui. La polizia ci cerca, a volte si avvicina e rischia di scoprirci, ma la portiamo sempre fuori strada.
Jack mi ha spiegato che appena la Resistenza raggiungerà un numero abbastanza elevato di persone, attaccheranno le città principali nel mondo per riavere indietro gli amici e i familiari. Io sono convinta che se farà ciò moriremo tutti.
La vita all’interno della Resistenza è dura, il cibo non basta mai e bisogna mandare in continuazione ragazzi a prendere le scorte e spesso non tornano. Ogni giorno vedo furgoni che partono vuoti e che tornano a casa con armi e sempre più persone. Si stanno preparando ad una guerra. Lo so. Ma non siamo abbastanza e non siamo pronti.
Jack mi ha detto che tornerà tardi perché ha un impegno. Lo voglio seguire per sapere di cosa si tratta.
Sono le 21.00. Jack è appena uscito, è sta entrando nell’accampamento per parlare…
-Domani attaccheremo la prima città, dobbiamo essere pronti, le armi sono già sui furgoni. - dice Jack - Se dovremo sparare apriremo il fuoco. Loro sono i vostri amici, i vostri parenti ma se vi attaccheranno dovrete rispondere.
-No! - grido spalancando la porta -Voi non siete pronti alla guerra, vi uccideranno.
Jack si avvicina mettendo la sua mano sulla mia spalla. - Lucy, nessuno è mai stato pronto alla guerra.
Il giorno seguente hanno fatto l’annuncio a tutta la Resistenza. Le donne e i bambini sarebbero rimasti all’accampamento, mentre gli altri sarebbero andati in guerra.
È pomeriggio, ho visto passare davanti a me ragazzi di tredici anni con armi in mano, insicuri e tristi, tutto ciò non ha senso.
La guerra sta per iniziare, nonostante io sia contraria alle armi e al fatto di far partecipare alla guerra dei ragazzini, voglio prendere parte anch’io; se devo morire…morirò provandoci. Il furgone partirà tra pochi minuti e salirò cercando di non farmi scoprire. Attaccheremo la citta di New York. Scesi dai furgoni c’era Jack, si era accorto che ero venuta a combattere.
-Pronti? La guerra non è un gioco, è morte, è per la libertà. Pronti a riavere indietro i nostri cari? - grida a squarciagola, ma ha paura, lo so, l’abbiamo tutti.
A quel punto si sentì un gran rumore di spari seguito da un irreale silenzio.
…
La guerra è finita, quando arrivammo a New York, trovammo un esercito di militari, erano più di noi. Sapevano già che avremmo attaccato, qualcosa c’è sfuggito, qualcuno aveva detto a tutti che avremmo iniziato la guerra. Molti di noi sono morti, ormai la Resistenza non c’è più, Jack non c’è più. Mi stanno accompagnando in un edificio per essere interrogata…e poi, come gli altri “resistenti” sarò uccisa senza processo. Mentre cammino per i grigi corridoi, vedo Steve con il comandante a capo dell’esercito che ci aveva distrutto e dietro di lui i suoi genitori, era lui la talpa, colui che ci ha tradito. L’avranno ricattato per avere informazioni sulla Resistenza; pensare che era la spalla destra di Jack! Non ci posso credere, sacrificare migliaia di vite per riavere i suoi genitori indietro, quale uomo si può spingere fino a questo punto?
Ha una pistola in mano e…la sta puntando verso il comandante! A quel punto sento uno sparo, le due autorità che avevo dietro iniziano a ridacchiare in modo irritante, quando mi accorgo che non hanno il dispositivo dietro, nella nuca. Mi stanno portando in un furgone, mi hanno bendata. Quando riapro gli occhi, vedo Luke, Simon, Paul e tante altre persone della Resistenza, sopravvissute alla guerra.
Mi hanno spiegato che l’assalto a New York era un trucco per riavere i genitori di Steve. Certo, alcune persone sarebbero morte comunque, ma solo una piccola parte rispetto a quella che si è salvata. Mi spiegarono inoltre che Jack era allo scuro di tutto ciò, perché se avesse scoperto i veri piani, non avrebbe acconsentito ad un’idea così malsana. Chiesi, dove fosse Jack, perché non l’ho, vedevo più e perché pensavo fosse morto…ma mi risposero rattristati che non ce l’aveva fatta, ed un soldato lo aveva colpito dritto al cuore.
Il furgone si è fermato, scendo, e una voce dietro di me annuncia: -Benvenuta alla Resistenza 2.0.
di Icabbo
Anno 2015, 2 ottobre, un virus colpisce l 'Africa.
Si scoprono casi anche in America ed Europa, il nuovo vaccino non funziona. Le aree colpite vengono isolate dal resto del mondo. Piccoli e grandi paesi vengono lasciati morire.
Anno 2017, 5 Maggio.
Nella aree colpite dal virus non vi è più presenza umana. Il territorio degli Stati uniti d' America è stato dimezzato. Sia nell’Africa sia nell' ovest dell'Europa non c'è traccia di sopravvissuti. Questi territori sono ormai terra da conquistare.
Anno 2017, 8 Agosto.
Ventidue stati in tutto il mondo dichiarano guerra per appropriarsi di Africa ed Europa occidentale. Scoppia la terza guerra mondiale. La Cina ora è la più grande potenza armata del mondo e minaccia di lanciate la più devastante bomba di tutti i tempi. Tre giorni dopo la super bomba al cobalto esplode nell'Atlantico. Le radiazioni non colpiscono solo l ' America e l'Europa ma anche la stessa Cina, il resto dell’Asia e le isole dell'Oceania. I cinesi avevano fatto male i calcoli, non solo riguardo alla gittata della bomba ma anche riguardo al tasso di sopravvivenza. Il 2,5% della popolazione mondiale sopravvisse all'esplosione, lo 0,7% sopravvisse per i successivi 8 mesi, con vari problemi di salute ma sviluppò una resistenza alle particelle nucleari contenute in acqua e cibo. Oltre a me un centinaio di persone mutò geneticamente. Dal giorno del “fallout” sviluppai capacità straordinarie, mi si sbiancarono occhi, capelli e la mia pelle iniziò a diventar e di un colore grigio-azzurro. Appresi la capacità di controllare l acqua entro un raggio di 150 metri. Nel mio gruppo di sopravvissuti ero il capo. Avevamo come obbiettivo riunirci con altri esseri umani e non...sì, da quel giorno non mi considerai più un essere umano. Eravamo nomadi che vagavano senza una meta precisa. Ora il più grande pericolo per i sopravvissuti erano quelli come me. In mancanza di armi gli altri esseri viventi non potevano fare molto contro poteri, anche se appena sviluppati, mai visti.
Anno 2017, 4 novembre.
È notte. Sono a caccia in una foresta, sento i passi di quello che mi sembra un animale ma non lo vedo, sicuramente è di grossa taglia, lo sento dall'aria che sposta mentre si muove. All’improvviso sento un ronzio piuttosto forte, sono sicuro che non sia di un insetto comune.
Dal cielo cade qualcosa esattamente davanti a me...presumo sia alto due metri e mezzo. Ha due braccia e due gambe muscolosissime. Vedo spuntargli due ali da dietro la schiena. È uno scarafaggio immenso. È uno scarafaggio immenso. Con un colpo secco e fulmineo trancia un albero, lo impugna con una mano, lo alza al cielo e prova a colpirmi, ma riesco facilmente a schivarlo. Mi giro e capisco che se mi avesse colpito, nonostante la mia pelle coriacea, mi avrebbe probabilmente ucciso. Inizio a correre alla ricerca di una fonte d'acqua da manipolare a mia difesa. Lo scarafaggio prova ad inseguirmi ma viene bloccato da un’ombra, forse l ' altra presenza di cui mi ero stupidamente dimenticato. Go away! sento gridarmi. Capisco che è uno come me quindi continuo la mia ricerca col fine di aiutarlo. Rilevo una riserva d'acqua a circa sette metri e mezzo sotto terra, la faccio affluire in superficie e la trasporto fino al punto in cui sono stato attaccato. Lo scarafaggio è stato disintegrato e i pezzi che rimangono di cui sono in una pozza di sangue verde. L'ombra è seduta su una roccia, traspare la sua stanchezza. Mi avvicino per aiutarlo e vedo che è solo un ragazzo, lo vedo soffrire quindi lo porto al mio accampamento per farlo riposare.
Anno 2017, 5 novembre.
Il ragazzo ombra mi fa capire che era in compagnia di una cinquantina di persone nella foresta e che queste sono state tutte uccise dallo scarafaggio. Da questo momento io e Jack ci daremo i turni la notte per essere pronti in caso di un eventuale attacco.
Anno 2017, 22 novembre.
Non abbiamo ricevuto nessun attacco fino ad ora. Ho appreso finalmente la capacita di controllare i movimenti e le funzioni vitali delle persone per mezzo del loro sangue, non ha effetto su jack. Da tre giorni ogni giorno al calare del sole, appaiono dei numeri nel cielo, pensiamo siano coordinate. Guardiamo una mappa, le coordinate indicano il centro America, più precisamente l'Honduras, 200 km dalla nostra attuale posizione.
Anno 2017, 30 dicembre.
Siamo giunti in una città piena di persone ed esseri come me e jack. Veniamo a sapere che siamo gli unici sopravvissuti. Tutti gli altri gruppi di sopravvissuti nelle altre nazioni sono stati attaccati ed uccisi da "uomini insetto", solo una cinquantina di mutanti sono stati teletrasportati in tempo in Honduras dall'attuale amministratore della città, cui volto e poteri sono sconosciuti. Questa sembra la prima opportunità di rinascita del genere umano.
Anno 2018, 4 gennaio.
Sono stati creati vari gruppi con un preciso ruolo. L' ordine "x" che amministra le operazioni di uscita dalla città alla ricerca di "uomini insetto" da catturare. La pattuglia "y" che protegge la città durante giorno e notte. Il clan "z" che aiuta i mutanti a sviluppare i loro poteri e addestra la gente comune nel combattimento e nelle tecniche di sopravvivenza. Infine c'è la classe "A", ovvero la gente comune, che si occupa anche di curare i membri degli altri tre gruppi. Io e jack ci siamo uniti al gruppo " x" la popolazione supera le 20.000 unità.
Anno 2018, 8 gennaio.
Durante la nostra seconda spedizione ho catturato un uomo insetto simile ad uno scarabeo. Nello scontro mi sono fratturato 5 costole ma sono stato promosso capitano, il secondo grado più alto. Interrogando l'insetto abbiamo scoperto che è previsto un attacco di massa fra due mesi, quindi iniziamo a prepararci militarmente e mentalmente.
Anno 2018, 11 gennaio.
Le mie costole sono guarite sorprendentemente dopo soli 3 giorni, sapevo di avere un metabolismo veloce ma non fino a questo punto. Inizia un intenso addestramento per tutti i mutanti che potrebbero avere poteri utili nella difesa della città.
Continua... (forse)
Anno 2015, 2 ottobre, un virus colpisce l 'Africa.
Si scoprono casi anche in America ed Europa, il nuovo vaccino non funziona. Le aree colpite vengono isolate dal resto del mondo. Piccoli e grandi paesi vengono lasciati morire.
Anno 2017, 5 Maggio.
Nella aree colpite dal virus non vi è più presenza umana. Il territorio degli Stati uniti d' America è stato dimezzato. Sia nell’Africa sia nell' ovest dell'Europa non c'è traccia di sopravvissuti. Questi territori sono ormai terra da conquistare.
Anno 2017, 8 Agosto.
Ventidue stati in tutto il mondo dichiarano guerra per appropriarsi di Africa ed Europa occidentale. Scoppia la terza guerra mondiale. La Cina ora è la più grande potenza armata del mondo e minaccia di lanciate la più devastante bomba di tutti i tempi. Tre giorni dopo la super bomba al cobalto esplode nell'Atlantico. Le radiazioni non colpiscono solo l ' America e l'Europa ma anche la stessa Cina, il resto dell’Asia e le isole dell'Oceania. I cinesi avevano fatto male i calcoli, non solo riguardo alla gittata della bomba ma anche riguardo al tasso di sopravvivenza. Il 2,5% della popolazione mondiale sopravvisse all'esplosione, lo 0,7% sopravvisse per i successivi 8 mesi, con vari problemi di salute ma sviluppò una resistenza alle particelle nucleari contenute in acqua e cibo. Oltre a me un centinaio di persone mutò geneticamente. Dal giorno del “fallout” sviluppai capacità straordinarie, mi si sbiancarono occhi, capelli e la mia pelle iniziò a diventar e di un colore grigio-azzurro. Appresi la capacità di controllare l acqua entro un raggio di 150 metri. Nel mio gruppo di sopravvissuti ero il capo. Avevamo come obbiettivo riunirci con altri esseri umani e non...sì, da quel giorno non mi considerai più un essere umano. Eravamo nomadi che vagavano senza una meta precisa. Ora il più grande pericolo per i sopravvissuti erano quelli come me. In mancanza di armi gli altri esseri viventi non potevano fare molto contro poteri, anche se appena sviluppati, mai visti.
Anno 2017, 4 novembre.
È notte. Sono a caccia in una foresta, sento i passi di quello che mi sembra un animale ma non lo vedo, sicuramente è di grossa taglia, lo sento dall'aria che sposta mentre si muove. All’improvviso sento un ronzio piuttosto forte, sono sicuro che non sia di un insetto comune.
Dal cielo cade qualcosa esattamente davanti a me...presumo sia alto due metri e mezzo. Ha due braccia e due gambe muscolosissime. Vedo spuntargli due ali da dietro la schiena. È uno scarafaggio immenso. È uno scarafaggio immenso. Con un colpo secco e fulmineo trancia un albero, lo impugna con una mano, lo alza al cielo e prova a colpirmi, ma riesco facilmente a schivarlo. Mi giro e capisco che se mi avesse colpito, nonostante la mia pelle coriacea, mi avrebbe probabilmente ucciso. Inizio a correre alla ricerca di una fonte d'acqua da manipolare a mia difesa. Lo scarafaggio prova ad inseguirmi ma viene bloccato da un’ombra, forse l ' altra presenza di cui mi ero stupidamente dimenticato. Go away! sento gridarmi. Capisco che è uno come me quindi continuo la mia ricerca col fine di aiutarlo. Rilevo una riserva d'acqua a circa sette metri e mezzo sotto terra, la faccio affluire in superficie e la trasporto fino al punto in cui sono stato attaccato. Lo scarafaggio è stato disintegrato e i pezzi che rimangono di cui sono in una pozza di sangue verde. L'ombra è seduta su una roccia, traspare la sua stanchezza. Mi avvicino per aiutarlo e vedo che è solo un ragazzo, lo vedo soffrire quindi lo porto al mio accampamento per farlo riposare.
Anno 2017, 5 novembre.
Il ragazzo ombra mi fa capire che era in compagnia di una cinquantina di persone nella foresta e che queste sono state tutte uccise dallo scarafaggio. Da questo momento io e Jack ci daremo i turni la notte per essere pronti in caso di un eventuale attacco.
Anno 2017, 22 novembre.
Non abbiamo ricevuto nessun attacco fino ad ora. Ho appreso finalmente la capacita di controllare i movimenti e le funzioni vitali delle persone per mezzo del loro sangue, non ha effetto su jack. Da tre giorni ogni giorno al calare del sole, appaiono dei numeri nel cielo, pensiamo siano coordinate. Guardiamo una mappa, le coordinate indicano il centro America, più precisamente l'Honduras, 200 km dalla nostra attuale posizione.
Anno 2017, 30 dicembre.
Siamo giunti in una città piena di persone ed esseri come me e jack. Veniamo a sapere che siamo gli unici sopravvissuti. Tutti gli altri gruppi di sopravvissuti nelle altre nazioni sono stati attaccati ed uccisi da "uomini insetto", solo una cinquantina di mutanti sono stati teletrasportati in tempo in Honduras dall'attuale amministratore della città, cui volto e poteri sono sconosciuti. Questa sembra la prima opportunità di rinascita del genere umano.
Anno 2018, 4 gennaio.
Sono stati creati vari gruppi con un preciso ruolo. L' ordine "x" che amministra le operazioni di uscita dalla città alla ricerca di "uomini insetto" da catturare. La pattuglia "y" che protegge la città durante giorno e notte. Il clan "z" che aiuta i mutanti a sviluppare i loro poteri e addestra la gente comune nel combattimento e nelle tecniche di sopravvivenza. Infine c'è la classe "A", ovvero la gente comune, che si occupa anche di curare i membri degli altri tre gruppi. Io e jack ci siamo uniti al gruppo " x" la popolazione supera le 20.000 unità.
Anno 2018, 8 gennaio.
Durante la nostra seconda spedizione ho catturato un uomo insetto simile ad uno scarabeo. Nello scontro mi sono fratturato 5 costole ma sono stato promosso capitano, il secondo grado più alto. Interrogando l'insetto abbiamo scoperto che è previsto un attacco di massa fra due mesi, quindi iniziamo a prepararci militarmente e mentalmente.
Anno 2018, 11 gennaio.
Le mie costole sono guarite sorprendentemente dopo soli 3 giorni, sapevo di avere un metabolismo veloce ma non fino a questo punto. Inizia un intenso addestramento per tutti i mutanti che potrebbero avere poteri utili nella difesa della città.
Continua... (forse)
di Kora
Anno 2100… la Luna scompare. Se non si farà subito qualcosa nell’arco di breve tempo la terra diventerà metà torrida e metà gelida.
Due astronomi e uno scienziato tentano di risolvere il problema…
- Come vanno le ricerche, Bob?- chiese Steve al suo più caro amico che digitava a super velocità frasi complicate da capire su un enorme schermo a più sezioni con inserita la scheda di memoria più efficiente mai lanciata sul mercato, ovvero il gigantesco computer che si trovava nel suo “umile” studio. Ultimamente non faceva che starci accanto; ciò che vi era archiviato in memoria era uno dei suoi progetti più complessi, quello da cui dipendeva la sopravvivenza del pianeta Terra.
- Vanno bene, tutto sommato. Sono riuscito a risalire alla formula della struttura interna ed esterna del nucleo. Poi ho fatto qualche ricerca sullo strato che viene dopo il nucleo e anche dello strato secondario. Temo che ci serviranno tonnellate di quintali di pietra calcarea e basalto, ma non ti preoccupare-ridacchiò Bob – è per una buona causa!
- È vero.
- Comunque per la crosta superficiale ci servirà della sabbia bianca che dovremo rendere anti-gravitazionale. La moltiplicherò in automatico con la mia nuova invenzione. Vedrete di cosa è capace!
Infine avremo bisogno di un po’ di lava incandescente per creare la crosta base, ovviamente anche lei verrà moltiplicata con la mia macchina. Per ora nessuna novità a parte questo.
- Bene, lo riferirò a William.
Bob si girò verso il computer e tornò a digitare strane formule matematiche sullo schermo.
- A proposito – chiese Bob, - come vanno le vostre osservazioni?
- A gonfie vele, abbiamo individuato la posizione ideale in cui sparare la nuova Luna. Anzi, a dire il vero è la posizione esatta in cui era l’altra Luna. Vedrai, il pianeta si salverà.
- Lo spero, Steve. Tutti questi anni di studio saranno pur serviti a qualcosa, no?
- Già. Va bene, io torno al mio telescopio, buone ricerche.
- Grazie. E a voi buone osservazioni. Io cerco di saltarci fuori con il mantello interno, poi vi farò sapere.
Tre anni dopo…
- Dai Steve, è l’ultimo pezzo.
- Non è così facile da staccare.
- Aspetta, ti aiuto.
Dopo tre lunghi anni di lavoro, Steve e William avevano recuperato 1.201 tonnellate di pietra calcarea e 2.030 tonnellate di basalto secondo le istruzioni di Bob. Stavano colpendo la roccia con i laser di ultima generazione ma quel pezzo di pietra calcarea non ne voleva sapere di venire via.
- Metti velocità -9-, Steve.
- Ma no, faccio saltare la montagna. Provo con la -7-
Steve girò la marcia verso il numero 7, poi puntò il laser verso la roccia e sparò un colpo. L’enorme masso si staccò.
Come gli altri venne caricato sul carrello da teletrasporto che arrivò al magazzino di Bob. Quando i due astronomi arrivarono si trovarono davanti una struttura di sabbia e frammenti di minerali che galleggiavano in aria assieme a Bob. Ben presto anche i loro piedi si staccarono dal pavimento del magazzino.
- Adesso qua dentro è tutto antigravitazionale- disse trionfante.
- In questo modo ho reso possibile la creazione standard della struttura. Adesso ci lavorerò un po’ su e fra qualche mese potremo assemblarla.
Due anni dopo…
La Luna era pronta., assemblata e rifinita.
Avevano dovuto creare un enorme piattaforma spaziale che ne aveva consentito
l’assemblaggio.
- Non ci posso credere- sospirò William- abbiamo creato la seconda Luna!
- Avete visto il pianeta? È quasi andato- ribatté Steve.
Bob guardò giù, poi disse – forza, cominciamo il conto alla rovescia…10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2…
La piattaforma tremò violentemente.
- …1…lanciamola!
La grande piattaforma si ritirò fino al livello terrestre. Le tre persone scesero nella parte gelida della Terra.
Bob prese il telecomando e schiacciò “ON”.
La piattaforma si abbatté sulla nuova Luna catapultandola nel punto scelto.
Passarono i mesi e il gelo si ritirava sempre più velocemente.
Circa al quinto mese la Terra era come nuova.
Il pianeta era salvo!
Anno 2100… la Luna scompare. Se non si farà subito qualcosa nell’arco di breve tempo la terra diventerà metà torrida e metà gelida.
Due astronomi e uno scienziato tentano di risolvere il problema…
- Come vanno le ricerche, Bob?- chiese Steve al suo più caro amico che digitava a super velocità frasi complicate da capire su un enorme schermo a più sezioni con inserita la scheda di memoria più efficiente mai lanciata sul mercato, ovvero il gigantesco computer che si trovava nel suo “umile” studio. Ultimamente non faceva che starci accanto; ciò che vi era archiviato in memoria era uno dei suoi progetti più complessi, quello da cui dipendeva la sopravvivenza del pianeta Terra.
- Vanno bene, tutto sommato. Sono riuscito a risalire alla formula della struttura interna ed esterna del nucleo. Poi ho fatto qualche ricerca sullo strato che viene dopo il nucleo e anche dello strato secondario. Temo che ci serviranno tonnellate di quintali di pietra calcarea e basalto, ma non ti preoccupare-ridacchiò Bob – è per una buona causa!
- È vero.
- Comunque per la crosta superficiale ci servirà della sabbia bianca che dovremo rendere anti-gravitazionale. La moltiplicherò in automatico con la mia nuova invenzione. Vedrete di cosa è capace!
Infine avremo bisogno di un po’ di lava incandescente per creare la crosta base, ovviamente anche lei verrà moltiplicata con la mia macchina. Per ora nessuna novità a parte questo.
- Bene, lo riferirò a William.
Bob si girò verso il computer e tornò a digitare strane formule matematiche sullo schermo.
- A proposito – chiese Bob, - come vanno le vostre osservazioni?
- A gonfie vele, abbiamo individuato la posizione ideale in cui sparare la nuova Luna. Anzi, a dire il vero è la posizione esatta in cui era l’altra Luna. Vedrai, il pianeta si salverà.
- Lo spero, Steve. Tutti questi anni di studio saranno pur serviti a qualcosa, no?
- Già. Va bene, io torno al mio telescopio, buone ricerche.
- Grazie. E a voi buone osservazioni. Io cerco di saltarci fuori con il mantello interno, poi vi farò sapere.
Tre anni dopo…
- Dai Steve, è l’ultimo pezzo.
- Non è così facile da staccare.
- Aspetta, ti aiuto.
Dopo tre lunghi anni di lavoro, Steve e William avevano recuperato 1.201 tonnellate di pietra calcarea e 2.030 tonnellate di basalto secondo le istruzioni di Bob. Stavano colpendo la roccia con i laser di ultima generazione ma quel pezzo di pietra calcarea non ne voleva sapere di venire via.
- Metti velocità -9-, Steve.
- Ma no, faccio saltare la montagna. Provo con la -7-
Steve girò la marcia verso il numero 7, poi puntò il laser verso la roccia e sparò un colpo. L’enorme masso si staccò.
Come gli altri venne caricato sul carrello da teletrasporto che arrivò al magazzino di Bob. Quando i due astronomi arrivarono si trovarono davanti una struttura di sabbia e frammenti di minerali che galleggiavano in aria assieme a Bob. Ben presto anche i loro piedi si staccarono dal pavimento del magazzino.
- Adesso qua dentro è tutto antigravitazionale- disse trionfante.
- In questo modo ho reso possibile la creazione standard della struttura. Adesso ci lavorerò un po’ su e fra qualche mese potremo assemblarla.
Due anni dopo…
La Luna era pronta., assemblata e rifinita.
Avevano dovuto creare un enorme piattaforma spaziale che ne aveva consentito
l’assemblaggio.
- Non ci posso credere- sospirò William- abbiamo creato la seconda Luna!
- Avete visto il pianeta? È quasi andato- ribatté Steve.
Bob guardò giù, poi disse – forza, cominciamo il conto alla rovescia…10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2…
La piattaforma tremò violentemente.
- …1…lanciamola!
La grande piattaforma si ritirò fino al livello terrestre. Le tre persone scesero nella parte gelida della Terra.
Bob prese il telecomando e schiacciò “ON”.
La piattaforma si abbatté sulla nuova Luna catapultandola nel punto scelto.
Passarono i mesi e il gelo si ritirava sempre più velocemente.
Circa al quinto mese la Terra era come nuova.
Il pianeta era salvo!
di Robot Afflitto
Nel 2084 l'umanità assistette a uno sviluppo tecnologico straordinario e la ricerca delle cellule staminali portò a risultati ottimali che arrivarono a produrre antibiotici capaci di ricreare le cellule del cervello morte, curando l'Alzheimer e il Parkinson.
La vita si allungò fino a 120 anni e in ogni casa di un umano vi era almeno un robot, che doveva servire il proprio padrone fino al suo spegnimento.
"H4, comprami un trancio di pizza"
"Sì, signora"
H4 era un robot abbastanza svitato.
Il motivo era semplice.
Durante la sua costruzione, una goccia di saliva si era infiltrata nei suoi canali celebrali e aveva causato un corto circuito che gli fece cambiare il colore della pelle assumendo una carnagione marroncino scuro simile ad escremento di topo.
H4 prese le chiavi e uscì. Appena scese le scale, gli caddero le chiavi dalle sue mani di burro e un cagnolino le inghiottì scambiandole per un croccantino al manzo e subito dopo l'animale cadde morto stecchito.
H4 non fece altro che andare dalla psicologa a farsi fare un controllo al cervello. Dopodichè andò in pizzeria e chiese un trancio di pizza.
Intanto ne approfittò per andare in bagno.
Mentre si avviava, scivolò su una mela, cadde in avanti come una bomba di cannone e infilò la testa ne W.C. Cercando di liberarsi premette il bottone dello scarico e con i suoi occhi vide la meraviglia umana che si risucchiava in un vortice e che pian piano scompariva. Alzando la testa, si accorse che puzzava di pesce lesso ed espulse dalla bocca palline bianche (vomito di Robot) che fecero scivolare una donna che cadde a terra e si ruppe la colonna vertebrale.
Il robot incominciò allora a correre a casa. Per la fretta della corsa arrivò dalla padrona con un pezzo di wurstel e un po' di ketchup sopra. Immediatamente l'anziana signora cadde a terra e morì per un ictus e la colpa era tutta da attribuire ad H4, che fra l'altro sarebbe dovuto essere il più intelligente, perché era l'ultimo modello dopo H1, H2 e H3.
Quando H4 fece il suo secondo intervento celebrale, scoprì di avere il cervello grande quanto un moschillo anoressico; quindi comprese che avrebbe dovuto fare un operazione chirurgica, e presto anche!!!
Così per 75 ore sotto anestesia, H4 sperava in qualche cambiamento, ma il risultato fu del tutto deludente: infatti il suo cervello adesso era grande quanto due moschilli.
Capì di conseguenza che la sua intelligenza celebrale sarebbe stata sempre piccola come due insettini.
Per mesi vagò allora per le strade della periferia senza una vera meta, con uno sguardo afflitto rivolto altri robot intelligenti.
Pian piano però incominciò ad acquisire sempre di più sicurezza mentale e fisica e controllo dopo controllo il suo cervello non era più due moschilli, ma milioni di moschilli.
Diventò così chimico, fisico, letterario, matematico, politico e regista; aprì 89 aziende alimentari, 42 aziende ONU, pubblicò 48 libri e fece 32 film trionfando con 12 Oscar e per di più sconfisse la crisi italiana dopo 82 anni di recessione.
Dopo circa 8 anni il suo cervello diventò ancora più grande e intelligente, e, dopo qualche mese, scoppiò.
Quando si spense per sempre Papa Francesco III lo definì come il robot migliore di tutti i tempi e due anni dopo ancora vinse il Premio Nobel per la chimica, fisica, letteratura e per la pace e vinse anche l'Oscar alla carriera (tutti postumi).
Verrà ricordato per sempre come il re dei re dei robot.
Nel 2084 l'umanità assistette a uno sviluppo tecnologico straordinario e la ricerca delle cellule staminali portò a risultati ottimali che arrivarono a produrre antibiotici capaci di ricreare le cellule del cervello morte, curando l'Alzheimer e il Parkinson.
La vita si allungò fino a 120 anni e in ogni casa di un umano vi era almeno un robot, che doveva servire il proprio padrone fino al suo spegnimento.
"H4, comprami un trancio di pizza"
"Sì, signora"
H4 era un robot abbastanza svitato.
Il motivo era semplice.
Durante la sua costruzione, una goccia di saliva si era infiltrata nei suoi canali celebrali e aveva causato un corto circuito che gli fece cambiare il colore della pelle assumendo una carnagione marroncino scuro simile ad escremento di topo.
H4 prese le chiavi e uscì. Appena scese le scale, gli caddero le chiavi dalle sue mani di burro e un cagnolino le inghiottì scambiandole per un croccantino al manzo e subito dopo l'animale cadde morto stecchito.
H4 non fece altro che andare dalla psicologa a farsi fare un controllo al cervello. Dopodichè andò in pizzeria e chiese un trancio di pizza.
Intanto ne approfittò per andare in bagno.
Mentre si avviava, scivolò su una mela, cadde in avanti come una bomba di cannone e infilò la testa ne W.C. Cercando di liberarsi premette il bottone dello scarico e con i suoi occhi vide la meraviglia umana che si risucchiava in un vortice e che pian piano scompariva. Alzando la testa, si accorse che puzzava di pesce lesso ed espulse dalla bocca palline bianche (vomito di Robot) che fecero scivolare una donna che cadde a terra e si ruppe la colonna vertebrale.
Il robot incominciò allora a correre a casa. Per la fretta della corsa arrivò dalla padrona con un pezzo di wurstel e un po' di ketchup sopra. Immediatamente l'anziana signora cadde a terra e morì per un ictus e la colpa era tutta da attribuire ad H4, che fra l'altro sarebbe dovuto essere il più intelligente, perché era l'ultimo modello dopo H1, H2 e H3.
Quando H4 fece il suo secondo intervento celebrale, scoprì di avere il cervello grande quanto un moschillo anoressico; quindi comprese che avrebbe dovuto fare un operazione chirurgica, e presto anche!!!
Così per 75 ore sotto anestesia, H4 sperava in qualche cambiamento, ma il risultato fu del tutto deludente: infatti il suo cervello adesso era grande quanto due moschilli.
Capì di conseguenza che la sua intelligenza celebrale sarebbe stata sempre piccola come due insettini.
Per mesi vagò allora per le strade della periferia senza una vera meta, con uno sguardo afflitto rivolto altri robot intelligenti.
Pian piano però incominciò ad acquisire sempre di più sicurezza mentale e fisica e controllo dopo controllo il suo cervello non era più due moschilli, ma milioni di moschilli.
Diventò così chimico, fisico, letterario, matematico, politico e regista; aprì 89 aziende alimentari, 42 aziende ONU, pubblicò 48 libri e fece 32 film trionfando con 12 Oscar e per di più sconfisse la crisi italiana dopo 82 anni di recessione.
Dopo circa 8 anni il suo cervello diventò ancora più grande e intelligente, e, dopo qualche mese, scoppiò.
Quando si spense per sempre Papa Francesco III lo definì come il robot migliore di tutti i tempi e due anni dopo ancora vinse il Premio Nobel per la chimica, fisica, letteratura e per la pace e vinse anche l'Oscar alla carriera (tutti postumi).
Verrà ricordato per sempre come il re dei re dei robot.
di Pazzoid
Nell’anno 2050 gli esperti della Nasa rilevarono un oggetto volante non identificato che aveva oltrepassato il buco dell’ozono. Due caccia americani decollarono per intercettare questo oggetto. Una volta arrivati in zona videro un grande mostro alto più di trenta metri che poteva pesare parecchie tonnellate. Questo mostro in un’ora raggiunse la costa est degli Usa. Le forze armate statunitensi si trovavano già nella città di New York. Appena videro quest’ essere gigantesco comparire dall’ oceano Atlantico, fecero fuoco. Il mostro resistette all’ assalto e distrusse l’intera città di New York. Infine un cannone sparò un ultimo colpo che mise al tappeto questo mostro.
Poi dopo due mesi ci fu un altro attacco, poi un terzo e poi un quarto. Infine il governo capì che questa cosa non si sarebbe arrestata.
Allora i governi di tutto il mondo stanziarono dei finanziamenti per contrastare questa minaccia. Così nacque il programma Jäger (dal tedesco Jäger = cacciatore). Gli Jäger erano dei robot meccanizzati giganteschi e potentissimi. I piloti di questo robot erano due. Uno controllava l’emisfero di destra e l’altro controllava quello di sinistra.
Al Quinto attacco questo Jäger andò a combattere contro il mostro. Dopo una sanguinosa battaglia che distrusse Toronto e uccise 500.000 persone, il robot uccise l’alieno. Per tre anni tutti gli attacchi alieni fallirono. I piloti degli Jäger venivano acclamati come eroi, salvatori della patria e celebrità.
Il 9 ottobre 2053 il primo Jäger cadde battuto da un mostro che uccise i due piloti. In tutti gli attacchi successivi gli alieni continuarono a vincere fino ad arrivare a un punto di non ritorno. La popolazione della terra fu decimata e rimasero solo tre Jäger. Il Generale a capo della divisione organizzò un attacco per ricostruire il buco dell’ozono che fungeva da scudo contro i mostri. Il piano consisteva nel far esplodere una bomba a particelle d’ ozono che andava a ricostruire il buco senza far passare i mostri.
Portarono i tre Jäger volanti in prossimità del buco. Due mostri sbucarono fuori dal nulla e combattendo distrussero due Jäger. Infine il robot uccise i due mostri e riuscì a far esplodere la bomba a particelle d’ ozono. Il buco fu ricostruito e tutti gli uomini superstiti festeggiarono e da quel momento in poi regnò la tranquillità.
Nell’anno 2050 gli esperti della Nasa rilevarono un oggetto volante non identificato che aveva oltrepassato il buco dell’ozono. Due caccia americani decollarono per intercettare questo oggetto. Una volta arrivati in zona videro un grande mostro alto più di trenta metri che poteva pesare parecchie tonnellate. Questo mostro in un’ora raggiunse la costa est degli Usa. Le forze armate statunitensi si trovavano già nella città di New York. Appena videro quest’ essere gigantesco comparire dall’ oceano Atlantico, fecero fuoco. Il mostro resistette all’ assalto e distrusse l’intera città di New York. Infine un cannone sparò un ultimo colpo che mise al tappeto questo mostro.
Poi dopo due mesi ci fu un altro attacco, poi un terzo e poi un quarto. Infine il governo capì che questa cosa non si sarebbe arrestata.
Allora i governi di tutto il mondo stanziarono dei finanziamenti per contrastare questa minaccia. Così nacque il programma Jäger (dal tedesco Jäger = cacciatore). Gli Jäger erano dei robot meccanizzati giganteschi e potentissimi. I piloti di questo robot erano due. Uno controllava l’emisfero di destra e l’altro controllava quello di sinistra.
Al Quinto attacco questo Jäger andò a combattere contro il mostro. Dopo una sanguinosa battaglia che distrusse Toronto e uccise 500.000 persone, il robot uccise l’alieno. Per tre anni tutti gli attacchi alieni fallirono. I piloti degli Jäger venivano acclamati come eroi, salvatori della patria e celebrità.
Il 9 ottobre 2053 il primo Jäger cadde battuto da un mostro che uccise i due piloti. In tutti gli attacchi successivi gli alieni continuarono a vincere fino ad arrivare a un punto di non ritorno. La popolazione della terra fu decimata e rimasero solo tre Jäger. Il Generale a capo della divisione organizzò un attacco per ricostruire il buco dell’ozono che fungeva da scudo contro i mostri. Il piano consisteva nel far esplodere una bomba a particelle d’ ozono che andava a ricostruire il buco senza far passare i mostri.
Portarono i tre Jäger volanti in prossimità del buco. Due mostri sbucarono fuori dal nulla e combattendo distrussero due Jäger. Infine il robot uccise i due mostri e riuscì a far esplodere la bomba a particelle d’ ozono. Il buco fu ricostruito e tutti gli uomini superstiti festeggiarono e da quel momento in poi regnò la tranquillità.
di Tomahawk
Anno 2716, 25 ottobre.
Stavo camminando quando, all'improvviso, sento un forte fischio e subito cerco un riparo prima che la bomba tocchi il suolo! Circa sono cento metri, ma ce la posso fare; il fischio diventa assordante ma riesco a salvarmi: per fortuna!!
Esco e si è alzata la polvere, ma ho la mia maschera anti-gas. Con cautela cerco di uscire dalle macerie di quella che era la bellissima NukeTown, capitale dell'arcipelago di Hijacked, nel Pacifico.
Tutto ciò è iniziato nel 2094, quando l'atollo di Bikini a forza di bombe nucleari si è disintegrato. Quindi non sapendo dove fare i test, le maggiori potenze atomiche mondiali scelgono Honolulu, Hawaii, come bersaglio. Ma nel 2551, il pro-pro nipote George Bush, cioè George Bush IV, il quarto della famiglia a diventare presidente degli Stati Uniti, organizza un convegno per far fermare i test sulle Hawaii in modo da farla tornare un centro abitato.
Successivamente, nel 2703, l'O.N.U. dichiara l'arcipelago patrimonio dell'umanità per sventare un eventuale test sovietico. Infatti l'U.R.S.S. (riformata nel giro di due mesi conquistando il Medio-Oriente, Moldavia, Ucraina ed EX-Jugoslavia ) non potendo fare test lascia una bomba all'uranio a Cuba, per testarla giustificandosi dicendo che era disabitata. Quest'ultima si allea in segreto a Boston con Messico, U.S.A., Gran Betagna e Italia per sventare una nuova minaccia mondiale.
-Finalmente Velazques! Ce l'hai fatta ad arrivare- disse Juan.
-Scusami, ma hanno lanciato due bombe mentre venivo qui- dissi cercando di scusarmi.
-Ok- disse Marco stizzito -basta ce adesso ci muoviamo...
A passo svelto entrammo nel bunker. Era più grande di come me lo avevano descritto, erano circa 100X20 metri, la puzza di bruciato si confondeva con quella di foraggio fuso proveniente dalla cucina. In fondo al corridoio c'erano due bersagli, tre lampadine attaccate ad un filo che emettevano una luce fioca, una cassa di armi, sei brande e una lampada.
-Avanti, siediti e mangia qualcosa- disse Bronson.
-No, grazie- risposi -ho già mangiato della carne di bue prima di venire qua.
-Ok- ripose Bronson rassegnato.
-Cinque minuti e arriva l'elicottero- sbraitò Marco.
-Che c'è sei nervoso- disse Bronson in tono spavaldo,guardandomi.
-No, è solo che non so se vedrò di nuovo la mia famiglia- dissi.
-Bè, sai com'è, dopo tre guerre mondiali, aver visto gli alieni e l'invenzione del teletrasporto, una quarta guerra mondiale non è niente- disse Juan.
-E soprattutto se le hai viste tutte come me- ripose Marco.
Lui era sotto l'effetto del siero di lunga vita, per cui ogni anno, per lui, era un secondo di vita. E mentre parlavamo, senza che me ne accorgessi, mi avevano spinto sull'elicottero; presi un mitra e mi sedetti. Il silenzio era sacro e dopo circa mezz'ora di volo si scorgevano i primi carrarmati russi.
L'ultima cosa che pensai, prima di calarmi dall'elicottero, fu quella di rivedere vivo mia sorella Myriam, mia moglie Katia e mio figlio Carlos.
Anno 2716, 25 ottobre.
Stavo camminando quando, all'improvviso, sento un forte fischio e subito cerco un riparo prima che la bomba tocchi il suolo! Circa sono cento metri, ma ce la posso fare; il fischio diventa assordante ma riesco a salvarmi: per fortuna!!
Esco e si è alzata la polvere, ma ho la mia maschera anti-gas. Con cautela cerco di uscire dalle macerie di quella che era la bellissima NukeTown, capitale dell'arcipelago di Hijacked, nel Pacifico.
Tutto ciò è iniziato nel 2094, quando l'atollo di Bikini a forza di bombe nucleari si è disintegrato. Quindi non sapendo dove fare i test, le maggiori potenze atomiche mondiali scelgono Honolulu, Hawaii, come bersaglio. Ma nel 2551, il pro-pro nipote George Bush, cioè George Bush IV, il quarto della famiglia a diventare presidente degli Stati Uniti, organizza un convegno per far fermare i test sulle Hawaii in modo da farla tornare un centro abitato.
Successivamente, nel 2703, l'O.N.U. dichiara l'arcipelago patrimonio dell'umanità per sventare un eventuale test sovietico. Infatti l'U.R.S.S. (riformata nel giro di due mesi conquistando il Medio-Oriente, Moldavia, Ucraina ed EX-Jugoslavia ) non potendo fare test lascia una bomba all'uranio a Cuba, per testarla giustificandosi dicendo che era disabitata. Quest'ultima si allea in segreto a Boston con Messico, U.S.A., Gran Betagna e Italia per sventare una nuova minaccia mondiale.
-Finalmente Velazques! Ce l'hai fatta ad arrivare- disse Juan.
-Scusami, ma hanno lanciato due bombe mentre venivo qui- dissi cercando di scusarmi.
-Ok- disse Marco stizzito -basta ce adesso ci muoviamo...
A passo svelto entrammo nel bunker. Era più grande di come me lo avevano descritto, erano circa 100X20 metri, la puzza di bruciato si confondeva con quella di foraggio fuso proveniente dalla cucina. In fondo al corridoio c'erano due bersagli, tre lampadine attaccate ad un filo che emettevano una luce fioca, una cassa di armi, sei brande e una lampada.
-Avanti, siediti e mangia qualcosa- disse Bronson.
-No, grazie- risposi -ho già mangiato della carne di bue prima di venire qua.
-Ok- ripose Bronson rassegnato.
-Cinque minuti e arriva l'elicottero- sbraitò Marco.
-Che c'è sei nervoso- disse Bronson in tono spavaldo,guardandomi.
-No, è solo che non so se vedrò di nuovo la mia famiglia- dissi.
-Bè, sai com'è, dopo tre guerre mondiali, aver visto gli alieni e l'invenzione del teletrasporto, una quarta guerra mondiale non è niente- disse Juan.
-E soprattutto se le hai viste tutte come me- ripose Marco.
Lui era sotto l'effetto del siero di lunga vita, per cui ogni anno, per lui, era un secondo di vita. E mentre parlavamo, senza che me ne accorgessi, mi avevano spinto sull'elicottero; presi un mitra e mi sedetti. Il silenzio era sacro e dopo circa mezz'ora di volo si scorgevano i primi carrarmati russi.
L'ultima cosa che pensai, prima di calarmi dall'elicottero, fu quella di rivedere vivo mia sorella Myriam, mia moglie Katia e mio figlio Carlos.
di Raggio di Sole
9 OTTOBRE 2096
Era il 9 ottobre…
Viaggiavamo tranquillamente sulla nostra navicella spaziale color blu elettrico, quando ad un certo punto sentimmo dei rumori provenire dalla navicella e del fumo iniziò ad uscire dalla parte inferiore.
La navicella cominciò ad andare su e giù, avanti e indietro.
Dopo un po’ si arrestò ma per fortuna atterrò su un pianeta. Atterrammo in un deserto.
Dopo ore di cammino arrivammo in un piccolo paesino.
Io, Marvin e Kira ci accampammo in un parchetto per dormire.
Il mattino seguente ci incamminammo alla scoperta del paese. Passeggiando tra le vie incontrammo una ragazza molto affascinante che appena ci vide si mise a correre urlando.
“Chi sono quelli?” disse Marvin
“Suppongo umani” rispose Kira, Marvin si arrestò e disse:
“Ma il Grande Capo ci aveva detto di non avvicinarci a loro”
“Ma dai… che vuoi che ci succeda…” risposi io.
Qualche giorno dopo…
La ragazza che avevamo avvistato giorni prima… la rincontrammo e iniziò a chiacchierare con noi… quel giorno decidemmo di andare a fare un giro insieme.
Marvin e Kira però non vennero e non capii il perché. Arrivato al punto d’incontro vidi che Claudia era già lì.
Chiacchierammo e prendemmo un gelato.
Tempo dopo…
Claudia diventò la mia fidanzata.
Tornai da Marvin e Kira, mi dissero che il Grande Capo aveva scoperto che eravamo a contatto con gli umani e avevamo ventiquattro ore per tornare nel nostro pianeta.
“Io voglio restare qui”
“0vvio” risposero in coro.
“Ora glielo faccio sapere” rispose Kira.
Qualche anno dopo…
Claudia diventò mia moglie e abitavamo in una bella casa. Finché un giorno passeggiando tranquillamente, Claudia venne colpita da un laser che la polverizzò.
Il laser era partito da una navicella spaziale su cui c’era il Grande Capo.
Ed è così che il Grande Capo si vendicò.
9 OTTOBRE 2096
Era il 9 ottobre…
Viaggiavamo tranquillamente sulla nostra navicella spaziale color blu elettrico, quando ad un certo punto sentimmo dei rumori provenire dalla navicella e del fumo iniziò ad uscire dalla parte inferiore.
La navicella cominciò ad andare su e giù, avanti e indietro.
Dopo un po’ si arrestò ma per fortuna atterrò su un pianeta. Atterrammo in un deserto.
Dopo ore di cammino arrivammo in un piccolo paesino.
Io, Marvin e Kira ci accampammo in un parchetto per dormire.
Il mattino seguente ci incamminammo alla scoperta del paese. Passeggiando tra le vie incontrammo una ragazza molto affascinante che appena ci vide si mise a correre urlando.
“Chi sono quelli?” disse Marvin
“Suppongo umani” rispose Kira, Marvin si arrestò e disse:
“Ma il Grande Capo ci aveva detto di non avvicinarci a loro”
“Ma dai… che vuoi che ci succeda…” risposi io.
Qualche giorno dopo…
La ragazza che avevamo avvistato giorni prima… la rincontrammo e iniziò a chiacchierare con noi… quel giorno decidemmo di andare a fare un giro insieme.
Marvin e Kira però non vennero e non capii il perché. Arrivato al punto d’incontro vidi che Claudia era già lì.
Chiacchierammo e prendemmo un gelato.
Tempo dopo…
Claudia diventò la mia fidanzata.
Tornai da Marvin e Kira, mi dissero che il Grande Capo aveva scoperto che eravamo a contatto con gli umani e avevamo ventiquattro ore per tornare nel nostro pianeta.
“Io voglio restare qui”
“0vvio” risposero in coro.
“Ora glielo faccio sapere” rispose Kira.
Qualche anno dopo…
Claudia diventò mia moglie e abitavamo in una bella casa. Finché un giorno passeggiando tranquillamente, Claudia venne colpita da un laser che la polverizzò.
Il laser era partito da una navicella spaziale su cui c’era il Grande Capo.
Ed è così che il Grande Capo si vendicò.
di Aquila Saggia
Nel 3701, la Terra era ormai abituata alle specie aliene che visitavano il pianeta.
Katlin e Carolin, due scienziate provenienti dal pianeta Zaxyt, atterrarono sulla terra per studiarla da vicino.
-Sei sicura che abbiamo prenotato l’albergo? - chiese Katlin.
-Sì, ho prenotato l’albergo cinque mesi fa- rispose Carolin.
Arrivate in albergo andarono in camera e sistemarono i loro apparecchi scientifici. Uscendo dalla camera incontrarono una ragazza:
-Oh, buongiorno. Venite dal pianeta Zaxyt? - chiese la ragazza.
-Sì, siamo venute per studiare il vostro pianeta- rispose Carolin.
-La vostra storia è molto affascinante. L’ho studiata per anni e anni.
-Grazie.
-Piacere, sono Sarah- si presentò la ragazza allungando la mano.
-Piacere, io sono Carolin e lei è mia sorella Katlin.
Presentandosi allungò la mano a sette dita per stringere quella di Sarah.
-Vogliamo andare a pranzo insieme? - chiese Carolin.
-Molto volentieri, e se non vi dispiace vi farei qualche domanda sulla vostra razza.
A pranzo andarono in un ristorante consigliato da Sarah, dove si mangiava bene e si pagava poco. Mentre Sarah faceva domande a raffica a Katlin e Carolin sul colore rosso della loro pelle, delle loro sette dita e sette occhi, due ragazzi si avvicinarono lei:
-Ciao! - disse uno dei due ragazzi.
-Ciao, da quanto tempo?!- disse stupita Sarah con un sorriso stampato in faccia.
Sarah presento i due ragazzi.
-Loro sono Lucke e Adrian. Hanno studiato con me la vostra razza.
-Piacere, io sono Katlin e lei è Carolin. Siamo sorelle e siamo venuta sul vostro pianeta per studiarlo.
-Piacere. Scusateci, ma adesso dobbiamo proprio andare.
-Ciao- disse Sarah.
-Ciao- dissero in coro Katlin e Carolin.
Il resto della giornata la passarono a fare ricerche scientifiche.
Due giorni dopo Katlin incontrò Lucke al parco mentre faceva ricerche sulla vegetazione:
-Come stanno andando le ricerche? - chiese Lucke.
-Bene, stiamo scoprendo molte cose nuove e interessanti sulla Terra.
-Vuoi che ti aiuti?
-Sì, grazie.
Per tutto il pomeriggio studiarono fiori, alberi e terra. Le loro molecole e la clorofilla delle foglie.
-E’ ora di cena, vogliamo mangiare insieme? - chiese Lucke.
- Va bene.
-C’è una pizzeria d’asporto molto carina sotto casa mia. Potremmo prendere la cena lì e poi andare a casa mia a mangiare. Cosa ne pensi?
-Sì, va bene.
Dopo aver finito di mangiare, a un certo punto arrivarono anche Carolin e Adrian.
-Ciao- dissero Katlin e Lucke.
-Ciao- dissero Carolin e Adrian.
-Cosa fate qui?
-Abbiamo finito di cenare assieme e abbiamo pensato di stare un po’ qua. Voi cosa fate?
-Abbiamo pensato di fare le stesse cose- rispose ridendo Adrian.
Passarono la serata tutti insieme.
Le due aliene tornarono a casa tardi e soddisfatte della serata.
I due ragazzi andarono a letto già innamorati delle aliene.
Passarono i giorni, i due ragazzi e le due aliene iniziarono a frequentarsi ufficialmente.
-Carolin, c’è un problema- disse Katlin.
-Cosa? - chiese Carolin.
-Le nostre ricerche sono finite.
-E quindi?
-Ma non te ne rendi conto? Dovremmo lasciare la Terra, le nuove amicizie come Sarah, Adrian e Lucke.
Carolin in realtà faceva finta di non pensarci. Il dolore sarebbe stato troppo forte.
Prima o poi lo avrebbero dovuto dire.
Katlin decise di dirlo a Lucke in una serata romantica organizzata da lei:
-Dobbiamo tornare su Zaxyt.
Lucke cambiò espressione.
-Lo sanno Adrian e Sarah?
-Sì, Sarah lo sa. Ma Adrian no.
-Quando avete pensato di dirglielo?
-Glielo vuole dire Carolin.
Qualche giorno dopo Carolin non aveva ancora detto niente a Adrian.
Era arrivato il giorno di andarsene per Katlin e Carolin.
-Dobbiamo tornare a casa- disse Carolin.
-Questa è casa vostra- disse Adrian.
-No, Zaxyt è casa nostra.
-Perche non potete rimanere?
-Qui ci siamo fatte una nuova vita, ma non ci sentiremo mai a casa come ci sentiamo su Zaxyt.
Una navicella le venne a prendere.
In lacrime lasciarono la Terra, le amicizie e gli amori.
Tornarono su Zaxyt in poche ore.
Nel 3701, la Terra era ormai abituata alle specie aliene che visitavano il pianeta.
Katlin e Carolin, due scienziate provenienti dal pianeta Zaxyt, atterrarono sulla terra per studiarla da vicino.
-Sei sicura che abbiamo prenotato l’albergo? - chiese Katlin.
-Sì, ho prenotato l’albergo cinque mesi fa- rispose Carolin.
Arrivate in albergo andarono in camera e sistemarono i loro apparecchi scientifici. Uscendo dalla camera incontrarono una ragazza:
-Oh, buongiorno. Venite dal pianeta Zaxyt? - chiese la ragazza.
-Sì, siamo venute per studiare il vostro pianeta- rispose Carolin.
-La vostra storia è molto affascinante. L’ho studiata per anni e anni.
-Grazie.
-Piacere, sono Sarah- si presentò la ragazza allungando la mano.
-Piacere, io sono Carolin e lei è mia sorella Katlin.
Presentandosi allungò la mano a sette dita per stringere quella di Sarah.
-Vogliamo andare a pranzo insieme? - chiese Carolin.
-Molto volentieri, e se non vi dispiace vi farei qualche domanda sulla vostra razza.
A pranzo andarono in un ristorante consigliato da Sarah, dove si mangiava bene e si pagava poco. Mentre Sarah faceva domande a raffica a Katlin e Carolin sul colore rosso della loro pelle, delle loro sette dita e sette occhi, due ragazzi si avvicinarono lei:
-Ciao! - disse uno dei due ragazzi.
-Ciao, da quanto tempo?!- disse stupita Sarah con un sorriso stampato in faccia.
Sarah presento i due ragazzi.
-Loro sono Lucke e Adrian. Hanno studiato con me la vostra razza.
-Piacere, io sono Katlin e lei è Carolin. Siamo sorelle e siamo venuta sul vostro pianeta per studiarlo.
-Piacere. Scusateci, ma adesso dobbiamo proprio andare.
-Ciao- disse Sarah.
-Ciao- dissero in coro Katlin e Carolin.
Il resto della giornata la passarono a fare ricerche scientifiche.
Due giorni dopo Katlin incontrò Lucke al parco mentre faceva ricerche sulla vegetazione:
-Come stanno andando le ricerche? - chiese Lucke.
-Bene, stiamo scoprendo molte cose nuove e interessanti sulla Terra.
-Vuoi che ti aiuti?
-Sì, grazie.
Per tutto il pomeriggio studiarono fiori, alberi e terra. Le loro molecole e la clorofilla delle foglie.
-E’ ora di cena, vogliamo mangiare insieme? - chiese Lucke.
- Va bene.
-C’è una pizzeria d’asporto molto carina sotto casa mia. Potremmo prendere la cena lì e poi andare a casa mia a mangiare. Cosa ne pensi?
-Sì, va bene.
Dopo aver finito di mangiare, a un certo punto arrivarono anche Carolin e Adrian.
-Ciao- dissero Katlin e Lucke.
-Ciao- dissero Carolin e Adrian.
-Cosa fate qui?
-Abbiamo finito di cenare assieme e abbiamo pensato di stare un po’ qua. Voi cosa fate?
-Abbiamo pensato di fare le stesse cose- rispose ridendo Adrian.
Passarono la serata tutti insieme.
Le due aliene tornarono a casa tardi e soddisfatte della serata.
I due ragazzi andarono a letto già innamorati delle aliene.
Passarono i giorni, i due ragazzi e le due aliene iniziarono a frequentarsi ufficialmente.
-Carolin, c’è un problema- disse Katlin.
-Cosa? - chiese Carolin.
-Le nostre ricerche sono finite.
-E quindi?
-Ma non te ne rendi conto? Dovremmo lasciare la Terra, le nuove amicizie come Sarah, Adrian e Lucke.
Carolin in realtà faceva finta di non pensarci. Il dolore sarebbe stato troppo forte.
Prima o poi lo avrebbero dovuto dire.
Katlin decise di dirlo a Lucke in una serata romantica organizzata da lei:
-Dobbiamo tornare su Zaxyt.
Lucke cambiò espressione.
-Lo sanno Adrian e Sarah?
-Sì, Sarah lo sa. Ma Adrian no.
-Quando avete pensato di dirglielo?
-Glielo vuole dire Carolin.
Qualche giorno dopo Carolin non aveva ancora detto niente a Adrian.
Era arrivato il giorno di andarsene per Katlin e Carolin.
-Dobbiamo tornare a casa- disse Carolin.
-Questa è casa vostra- disse Adrian.
-No, Zaxyt è casa nostra.
-Perche non potete rimanere?
-Qui ci siamo fatte una nuova vita, ma non ci sentiremo mai a casa come ci sentiamo su Zaxyt.
Una navicella le venne a prendere.
In lacrime lasciarono la Terra, le amicizie e gli amori.
Tornarono su Zaxyt in poche ore.
di Fucile Laser
Siamo nel 2025, tutto è normale, le solite macchine volanti sfrecciano tra i grattaceli e i teletrasportatori fanno viaggiare sempre più gente.
Il generale It Marker era a casa con sua moglie Jessica, stava passando un po’ di tempo con lei perché sarebbe dovuto partire per una missione di popolamento sulla Luna. Il giorno seguente all’improvviso il cielo si oscurò ed una nave aliena fece ombra su tutta la città. La città andò in panico, tutte le persone furono terrorizzate. Di colpo una figura vagamente umana spuntò da uno schermo olografico presente su un lato della nave spaziale e una donna disse: “Veniamo in pace, siamo qui per aiutarvi.” Tutti i cittadini si pietrificarono dal terrore, ma poi si calmarono e decisero di accettarli nella città.
In fase iniziale gli alieni donarono varie tecnologie e medicine per le malattie non aventi cura. Il generale It Marker fu incaricato di controllare questi alieni, anche se lui era un po’ dubbioso riguardo le loro intenzioni.
Si formò un gruppo di veterani di guerra che scoprì che alcuni alieni avevano preso le sembianze di esseri umani.
It Marker era sempre più vicino all’idea dell’invasione degli alieni, che si stanziati in una città degli U.S.A. Nessuno sapeva cosa ci fosse nella nave spaziale aliena venuta da un pianeta distante milioni di anni luce, dal pianeta chiamato: “Planet 51”.
Il generale It Marker fece ricorso al Pentagono e al Presidente degli Stati Uniti D’America. Il signor Walbang, appena eletto presidente, venne a sapere della possibile invasione aliena, e insieme al governo della Russia preparò un Raid con le nuove armi AN-94 e tiratori con proiettili a buco nero sparati da fucili di precisione DSR-50.
La richiesta che fece Marker fu accolta, ma gli alieni avevano nascosto una cimice nei suoi vestiti e vennero a conoscenza di tutto.
Dopo circa tre ore gli alieni fecero esplodere la Casa Bianca, ormai abbandonata, con bombe a idrogeno. Il presidente era con il collega presidente russo, Dimitri Zvaykeyvac, in una base militare segretissima denominata “area 52”, nel deserto dell’Arizona.
Gli alieni rapirono Jessica, la moglie di It.
Il generale quando lo venne a sapere si precipitò all’entrata della navicella aliena armato fino ai denti e protetto da una armatura a esoscheletro fatta in diamante brevettata da lui stesso. La sentinella che proteggeva l’entrata venne uccisa con due colpi in testa, gli altri duemila alieni circa presente nella nave vennero eliminati in pochi minuti con una violenza incredibile mai vista da lui prima.
It arrivò nella stanza principale di comando nella quale Jessica era rinchiusa.
La moglie Jessica era stata contagiata e infettata dal virus:” Bang Bang”, il virus più letale dell’universo.
Jessica morì. It, devastato, si decise a sterminare gli alieni arrivati in soccorso dei primi, e fondò un gruppo militare decisi a combattere fino all’ultimo.
Dopo circa un anno di guerra il gruppo di It vinse la guerra.
In seguito però It cadde in depressione tale da suicidarsi per la morte della moglie tanto amata.
Si gettò dal grattacielo della: “EA Inc.”, il più alto del mondo (circa duemilacinquecento metri).
Siamo nel 2025, tutto è normale, le solite macchine volanti sfrecciano tra i grattaceli e i teletrasportatori fanno viaggiare sempre più gente.
Il generale It Marker era a casa con sua moglie Jessica, stava passando un po’ di tempo con lei perché sarebbe dovuto partire per una missione di popolamento sulla Luna. Il giorno seguente all’improvviso il cielo si oscurò ed una nave aliena fece ombra su tutta la città. La città andò in panico, tutte le persone furono terrorizzate. Di colpo una figura vagamente umana spuntò da uno schermo olografico presente su un lato della nave spaziale e una donna disse: “Veniamo in pace, siamo qui per aiutarvi.” Tutti i cittadini si pietrificarono dal terrore, ma poi si calmarono e decisero di accettarli nella città.
In fase iniziale gli alieni donarono varie tecnologie e medicine per le malattie non aventi cura. Il generale It Marker fu incaricato di controllare questi alieni, anche se lui era un po’ dubbioso riguardo le loro intenzioni.
Si formò un gruppo di veterani di guerra che scoprì che alcuni alieni avevano preso le sembianze di esseri umani.
It Marker era sempre più vicino all’idea dell’invasione degli alieni, che si stanziati in una città degli U.S.A. Nessuno sapeva cosa ci fosse nella nave spaziale aliena venuta da un pianeta distante milioni di anni luce, dal pianeta chiamato: “Planet 51”.
Il generale It Marker fece ricorso al Pentagono e al Presidente degli Stati Uniti D’America. Il signor Walbang, appena eletto presidente, venne a sapere della possibile invasione aliena, e insieme al governo della Russia preparò un Raid con le nuove armi AN-94 e tiratori con proiettili a buco nero sparati da fucili di precisione DSR-50.
La richiesta che fece Marker fu accolta, ma gli alieni avevano nascosto una cimice nei suoi vestiti e vennero a conoscenza di tutto.
Dopo circa tre ore gli alieni fecero esplodere la Casa Bianca, ormai abbandonata, con bombe a idrogeno. Il presidente era con il collega presidente russo, Dimitri Zvaykeyvac, in una base militare segretissima denominata “area 52”, nel deserto dell’Arizona.
Gli alieni rapirono Jessica, la moglie di It.
Il generale quando lo venne a sapere si precipitò all’entrata della navicella aliena armato fino ai denti e protetto da una armatura a esoscheletro fatta in diamante brevettata da lui stesso. La sentinella che proteggeva l’entrata venne uccisa con due colpi in testa, gli altri duemila alieni circa presente nella nave vennero eliminati in pochi minuti con una violenza incredibile mai vista da lui prima.
It arrivò nella stanza principale di comando nella quale Jessica era rinchiusa.
La moglie Jessica era stata contagiata e infettata dal virus:” Bang Bang”, il virus più letale dell’universo.
Jessica morì. It, devastato, si decise a sterminare gli alieni arrivati in soccorso dei primi, e fondò un gruppo militare decisi a combattere fino all’ultimo.
Dopo circa un anno di guerra il gruppo di It vinse la guerra.
In seguito però It cadde in depressione tale da suicidarsi per la morte della moglie tanto amata.
Si gettò dal grattacielo della: “EA Inc.”, il più alto del mondo (circa duemilacinquecento metri).
di Occhi di Lupo
Nel 2078 su Marte alcuni alieni presero la loro navicella e decisero di andare sulla Terra per cercare una pietra molto rara, anzi, rarissima, perché esisteva solo sulla Terra e nessuno l'aveva mai trovata. Si misero a cercare questa pietra ma non la trovarono, visto che non la trovarono decisero di arrendersi perché avevano cercato già dappertutto. Però mentre partivano, l'alieno Greg disse che non avevano cercato in un posto, cioè in Russia. La Russia è molto grande e non sapevano come fare, allora decisero di dividersi in gruppi da due. Fecero venti gruppi da due così avrebbero sprecato meno tempo...
Greg, che era quello preso in giro perché stava sempre solo e non aveva amici e stava sempre in casa da solo a studiare la Terra e la scienza, aveva come compagno Gregorio, che era il più amato tra tutti e il più bello...e il più desiderato tra tutti.
Gregorio non era felice di fare questo percorso per cercare la pietra con Greg. Dopo Gregorio si arrese e decise di collaborare con Greg. Dopo cinquanta minuti Greg e Gregorio videro qualcosa di luminoso sotto terra ed era la pietra, e tornarono tutti su Marte. Tutti gli alieni...e in più Greg e Gregorio diventarono grandi amici.
Nel 2078 su Marte alcuni alieni presero la loro navicella e decisero di andare sulla Terra per cercare una pietra molto rara, anzi, rarissima, perché esisteva solo sulla Terra e nessuno l'aveva mai trovata. Si misero a cercare questa pietra ma non la trovarono, visto che non la trovarono decisero di arrendersi perché avevano cercato già dappertutto. Però mentre partivano, l'alieno Greg disse che non avevano cercato in un posto, cioè in Russia. La Russia è molto grande e non sapevano come fare, allora decisero di dividersi in gruppi da due. Fecero venti gruppi da due così avrebbero sprecato meno tempo...
Greg, che era quello preso in giro perché stava sempre solo e non aveva amici e stava sempre in casa da solo a studiare la Terra e la scienza, aveva come compagno Gregorio, che era il più amato tra tutti e il più bello...e il più desiderato tra tutti.
Gregorio non era felice di fare questo percorso per cercare la pietra con Greg. Dopo Gregorio si arrese e decise di collaborare con Greg. Dopo cinquanta minuti Greg e Gregorio videro qualcosa di luminoso sotto terra ed era la pietra, e tornarono tutti su Marte. Tutti gli alieni...e in più Greg e Gregorio diventarono grandi amici.
di Occhi di Fuoco
2920- In un mondo destinato a riprogrammarsi, gli umani sono stati invasi da una razza chiamati ELISTROMIANI. Non ancora soddisfatti completamente, dopo aver portato alla distruzione la terra, gli Elistromiani decidono di stabilirsi sul pianeta più vicino ad essa: LARCON.
Trasformarono quel putrido pianeta paludoso in una meraviglia terrestre. Case maestose spiccavano tra giardini e fontane, ma la cosa più strana ed affascinante era una capsula in grado di guarire qualsiasi tipo di ferita o malattia: dal semplice graffio ad un tumore.
Come ogni mattina Jacob, mentre andava a lavorare, pensava che fine avrebbero fatto se la situazione non fosse cambiata al più presto. La terra era coperta di spazzatura e le strade traboccavano di macerie. La fabbrica di Jacob costruiva Robot che venivano poi spediti su Larcon. Lui si occupava del montaggio.
Quella mattina in fabbrica c’era qualcosa che non andava perché il vociare era più chiassoso del solito e l’aria era più sporca dell’ultima volta. Si era rotto il condotto di fusione da cui usciva fuoco. Il capo di Jacob decise che uno degli operai sarebbe entrato nella cella di costruzione. Lo sfortunato prescelto fu proprio Jacob. Doveva entrare nella cella, dare un colpo con un bastone al condotto e uscire abbastanza velocemente in modo da non essere contagiato dalle scorie radioattive. Jacob entrò, diede il colpo e scappò cercando di uscire, ma la porta del sigillo fu più veloce di lui. Rimase all’ interno della cella, venne contagiato e si ustionò gravemente. Andò dal dottore che era in fabbrica che gli disse che gli restavano due giorni di vita a meno che non fosse riuscito ad arrivare su Larcon ed utilizzare la capsula curativa. Jacob tornò a casa distrutto, iniziò a vomitare e ad andare in bagno di continuo. Chiamò Fill, suo migliore amico e vicino di casa. “Jacob, ma cosa ti è successo?” chiese Fill preoccupato.
“Sono entrato nella cella di fusione per aggiustare un condotto, ma la porta del sigillo si è chiusa prima che potessi uscire e le scorie radioattive mi sono entrate i n tutto il corpo e adesso mi stanno divorando l’anima.”
I due amici iniziarono a pensare e ripensare come si potesse arrivare su Larcon senza essere visti, trovare prima la capsula curativa, identificarsi (prendere il pass dell’identificazione di un qualsiasi cittadino Elistromiano), seguire la procedura per la guarigione e restare su Larcon. Ma come riuscire a non farsi riconoscere dagli Elistromiani? Fill e Jacob ebbero subito un’idea: conoscevano un gruppo speciale di uomini che avevano apparecchiature e strumenti in grado di trasformarti in un’Elistromiano per il resto della tua vita.
Jacob e Fill andarono dal gruppo speciale. Il prezzo da pagare era altissimo: i loro i primi dieci anni di gioventù. Jacob intanto peggiorava, la sua pelle ora dopo ora diventava sempre più pallida e il tempo stringeva.
La trasformazione durò due ore per entrambi, poi finalmente furono pronti: Jacob e Fill assomigliavano tantissimo a due Elistromiani. Adesso bisognava trovare il modo di arrivare su Larcon.
I due amici tornando a casa videro una navicella diretta su Larcon. Senza farsi scorgere riuscirono a salire su di essa nascondendosi nella seconda cabina di comando non utilizzata. Il viaggio verso Larcon durò circa quindici minuti. Jacob e Fill aspettarono che gli altri scendessero dalla navicella. Arrivò il loro turno e visto che era la prima volta che vedevano Larcon rimasero a bocca aperta perché il paesaggio era magnifico. Iniziarono a cercare la capsula curativa, ed eccola lì, bellissima e splendente. Jacob prese dalla mano sinistra il suo PASS dell’identificazione. Entrò nella capsula con il cuore che batteva a mille per paura che qualcuno li vedesse. Il processo durò solo alcuni minuti. Jacob si addormentò e dopo alcune ore si risvegliò in ospedale.
Si guardava intorno e cercava di capire, sembrava il paradiso. Tutto era bianco e nuovo. Arrivò verso di lui una dottoressa che gli disse: “Sig. Jacob Levis, lei è appena guarito da ogni tipo di malattia presente nel suo corpo!”.
Jacob uscì dall’ ospedale e andò in giardino dove vide il suo amico Fill che avvicinandosi gli disse: “Benvenuto su Larcon amico mio, BENVENUTO!”
2920- In un mondo destinato a riprogrammarsi, gli umani sono stati invasi da una razza chiamati ELISTROMIANI. Non ancora soddisfatti completamente, dopo aver portato alla distruzione la terra, gli Elistromiani decidono di stabilirsi sul pianeta più vicino ad essa: LARCON.
Trasformarono quel putrido pianeta paludoso in una meraviglia terrestre. Case maestose spiccavano tra giardini e fontane, ma la cosa più strana ed affascinante era una capsula in grado di guarire qualsiasi tipo di ferita o malattia: dal semplice graffio ad un tumore.
Come ogni mattina Jacob, mentre andava a lavorare, pensava che fine avrebbero fatto se la situazione non fosse cambiata al più presto. La terra era coperta di spazzatura e le strade traboccavano di macerie. La fabbrica di Jacob costruiva Robot che venivano poi spediti su Larcon. Lui si occupava del montaggio.
Quella mattina in fabbrica c’era qualcosa che non andava perché il vociare era più chiassoso del solito e l’aria era più sporca dell’ultima volta. Si era rotto il condotto di fusione da cui usciva fuoco. Il capo di Jacob decise che uno degli operai sarebbe entrato nella cella di costruzione. Lo sfortunato prescelto fu proprio Jacob. Doveva entrare nella cella, dare un colpo con un bastone al condotto e uscire abbastanza velocemente in modo da non essere contagiato dalle scorie radioattive. Jacob entrò, diede il colpo e scappò cercando di uscire, ma la porta del sigillo fu più veloce di lui. Rimase all’ interno della cella, venne contagiato e si ustionò gravemente. Andò dal dottore che era in fabbrica che gli disse che gli restavano due giorni di vita a meno che non fosse riuscito ad arrivare su Larcon ed utilizzare la capsula curativa. Jacob tornò a casa distrutto, iniziò a vomitare e ad andare in bagno di continuo. Chiamò Fill, suo migliore amico e vicino di casa. “Jacob, ma cosa ti è successo?” chiese Fill preoccupato.
“Sono entrato nella cella di fusione per aggiustare un condotto, ma la porta del sigillo si è chiusa prima che potessi uscire e le scorie radioattive mi sono entrate i n tutto il corpo e adesso mi stanno divorando l’anima.”
I due amici iniziarono a pensare e ripensare come si potesse arrivare su Larcon senza essere visti, trovare prima la capsula curativa, identificarsi (prendere il pass dell’identificazione di un qualsiasi cittadino Elistromiano), seguire la procedura per la guarigione e restare su Larcon. Ma come riuscire a non farsi riconoscere dagli Elistromiani? Fill e Jacob ebbero subito un’idea: conoscevano un gruppo speciale di uomini che avevano apparecchiature e strumenti in grado di trasformarti in un’Elistromiano per il resto della tua vita.
Jacob e Fill andarono dal gruppo speciale. Il prezzo da pagare era altissimo: i loro i primi dieci anni di gioventù. Jacob intanto peggiorava, la sua pelle ora dopo ora diventava sempre più pallida e il tempo stringeva.
La trasformazione durò due ore per entrambi, poi finalmente furono pronti: Jacob e Fill assomigliavano tantissimo a due Elistromiani. Adesso bisognava trovare il modo di arrivare su Larcon.
I due amici tornando a casa videro una navicella diretta su Larcon. Senza farsi scorgere riuscirono a salire su di essa nascondendosi nella seconda cabina di comando non utilizzata. Il viaggio verso Larcon durò circa quindici minuti. Jacob e Fill aspettarono che gli altri scendessero dalla navicella. Arrivò il loro turno e visto che era la prima volta che vedevano Larcon rimasero a bocca aperta perché il paesaggio era magnifico. Iniziarono a cercare la capsula curativa, ed eccola lì, bellissima e splendente. Jacob prese dalla mano sinistra il suo PASS dell’identificazione. Entrò nella capsula con il cuore che batteva a mille per paura che qualcuno li vedesse. Il processo durò solo alcuni minuti. Jacob si addormentò e dopo alcune ore si risvegliò in ospedale.
Si guardava intorno e cercava di capire, sembrava il paradiso. Tutto era bianco e nuovo. Arrivò verso di lui una dottoressa che gli disse: “Sig. Jacob Levis, lei è appena guarito da ogni tipo di malattia presente nel suo corpo!”.
Jacob uscì dall’ ospedale e andò in giardino dove vide il suo amico Fill che avvicinandosi gli disse: “Benvenuto su Larcon amico mio, BENVENUTO!”
di Cerbiatto Impazzito
Anno 2648.
Su un pianeta sconosciuto, di nome Uplink, un essere femminile, Trishula, viene incaricata di recarsi sulla Terra per trovare un materiale che solo lì esiste.
Trishula, che aveva ventitré anni, si fece costruire una navicella adatta ad affrontare il viaggio nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile. Terminata la costruzione, Trishula non perse tempo e si fiondò sul mezzo. La tipa era molto decisa, non aveva paura. Nonostante il carattere da maschiaccio, aveva però un cuore d’oro, che si scioglieva facilmente di fronte al fascino dei ragazzi e ai piccoli gesti.
Il viaggio durò una settimana. Appena arrivata sulla terra, provò a cercare un posto abbastanza isolato. Ma non è da tutti i giorni che una ragazza aliena arrivi sulla terra, e la gente avrebbe potuto spaventarsi alla vista della navicella. Trovò un boschetto nella campagna, e non perse tempo per farsi un riposino… Ma arrivò una chiamata dal suo Capo.
“Cos’è successo?” chiese Trishula “Perché mi hai chiamato, c’è qualche problema?”.
“E’ atterrata una squadra di un altro popolo sulla Terra,“ rispose il Capo “hanno lo stesso nostro obiettivo, devi eliminarli”. E chiuse la comunicazione.
Trishula, disperatamente, provò a richiamare… ma niente da fare, la ragazza doveva agire da sola. Passò i primi giorni ad esplorare il territorio circostante.
Dei ragazzi, però, l’avevano vista ed entrarono nella sua navicella. Stupiti, non si resero conto di quel che stava accadendo. La ragazza, infatti, avendo un udito e un olfatto più elevati di quelli degli umani, si accorse che c’era qualcuno nella sua navicella. Si avvicinò senza far rumore e vide i tre giovani guardare la sua roba. I ragazzi non si accorsero di niente. Trishula, con urlo, spaventò i tre, che fuggirono a gambe levate.
La ragazza, con la sua moto volante e il suo radar, provò a cercare il popolo “nemico”, ma nulla da fare. Sfinita, tornò nel suo rifugio, e c’erano ancora i tre ragazzi, ma questa volta volevano solo scusarsi.
“Come vi chiamate?” chiese Trishula con tono deciso.” Ditemi i vostri nomi”. “Io sono Alvin, lui è Francesco e l’altro è Giovanni”. Erano spaventati, ma anche incantati dal fascino della ragazza.
In quell’istante la squadra nemica attaccò la navicella. I ragazzi non sapevano cosa fare. Trishula gridò:” Prendete queste armi e sparate!”. Erano armi in grado di congelare. Pieni di coraggio i ragazzi spararono congelando i nemici, che poi vennero sbriciolati dalla spada aliena di Trishula. La ragazza si congratulò con i giovani terrestri, poi guardò Alvin, e i due capirono che erano fatti l’uno per l’altra.
Cominciarono a frequentarsi, e poi si sposarono, proprio sulla navicella, nel viaggio di ritorno verso Uplink.
Anno 2649
Trishula rese padre Alvin. Il Capo aveva licenziato la giovane perché non aveva portato a termine la missione, ma Trishula aveva portato a casa la cosa per lei più importante.
Anno 2648.
Su un pianeta sconosciuto, di nome Uplink, un essere femminile, Trishula, viene incaricata di recarsi sulla Terra per trovare un materiale che solo lì esiste.
Trishula, che aveva ventitré anni, si fece costruire una navicella adatta ad affrontare il viaggio nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile. Terminata la costruzione, Trishula non perse tempo e si fiondò sul mezzo. La tipa era molto decisa, non aveva paura. Nonostante il carattere da maschiaccio, aveva però un cuore d’oro, che si scioglieva facilmente di fronte al fascino dei ragazzi e ai piccoli gesti.
Il viaggio durò una settimana. Appena arrivata sulla terra, provò a cercare un posto abbastanza isolato. Ma non è da tutti i giorni che una ragazza aliena arrivi sulla terra, e la gente avrebbe potuto spaventarsi alla vista della navicella. Trovò un boschetto nella campagna, e non perse tempo per farsi un riposino… Ma arrivò una chiamata dal suo Capo.
“Cos’è successo?” chiese Trishula “Perché mi hai chiamato, c’è qualche problema?”.
“E’ atterrata una squadra di un altro popolo sulla Terra,“ rispose il Capo “hanno lo stesso nostro obiettivo, devi eliminarli”. E chiuse la comunicazione.
Trishula, disperatamente, provò a richiamare… ma niente da fare, la ragazza doveva agire da sola. Passò i primi giorni ad esplorare il territorio circostante.
Dei ragazzi, però, l’avevano vista ed entrarono nella sua navicella. Stupiti, non si resero conto di quel che stava accadendo. La ragazza, infatti, avendo un udito e un olfatto più elevati di quelli degli umani, si accorse che c’era qualcuno nella sua navicella. Si avvicinò senza far rumore e vide i tre giovani guardare la sua roba. I ragazzi non si accorsero di niente. Trishula, con urlo, spaventò i tre, che fuggirono a gambe levate.
La ragazza, con la sua moto volante e il suo radar, provò a cercare il popolo “nemico”, ma nulla da fare. Sfinita, tornò nel suo rifugio, e c’erano ancora i tre ragazzi, ma questa volta volevano solo scusarsi.
“Come vi chiamate?” chiese Trishula con tono deciso.” Ditemi i vostri nomi”. “Io sono Alvin, lui è Francesco e l’altro è Giovanni”. Erano spaventati, ma anche incantati dal fascino della ragazza.
In quell’istante la squadra nemica attaccò la navicella. I ragazzi non sapevano cosa fare. Trishula gridò:” Prendete queste armi e sparate!”. Erano armi in grado di congelare. Pieni di coraggio i ragazzi spararono congelando i nemici, che poi vennero sbriciolati dalla spada aliena di Trishula. La ragazza si congratulò con i giovani terrestri, poi guardò Alvin, e i due capirono che erano fatti l’uno per l’altra.
Cominciarono a frequentarsi, e poi si sposarono, proprio sulla navicella, nel viaggio di ritorno verso Uplink.
Anno 2649
Trishula rese padre Alvin. Il Capo aveva licenziato la giovane perché non aveva portato a termine la missione, ma Trishula aveva portato a casa la cosa per lei più importante.
di Carabina Perfetta
La razza del pianeta Goblinbergh cercò un contatto con la terra, e i terrestri li ignorarono, la razza si vendicò e volle conquistare la terra.
Questi esseri intelligenti scoprirono da soli il viaggio interstellare. Questi Goblin avevano cinque gambe, due braccia e la loro pelle era rugosa e nuda.
Arrivarono sulla terra negli U.S.A., cominciarono a uccidere e a distruggere case e palazzi. Il presidente degli Stati Uniti dichiarò lo stato di guerra.
La guerra ebbe inizio, il presidente incaricò i soldati di lanciare missili nucleari e bombe, ma i Goblin erano alti venti metri, sparavano raggi laser e resistettero all’attacco. I soldati fecero il possibile ma vennero sconfitti.
Vennero costruiti robot a prova di laser, ogni robot era controllato da due persone che lo guidavano.
All’inizio i robot riuscirono a sconfiggere loro ma poi la razza Goblin chiamò rinforzi, sulla terra arrivarono centinaia di Goblin più forti, più alti e più micidiali.
Nel giro di pochi anni tutti gli umani presenti sulla terra morirono e la razza conquistò la terra.
La razza del pianeta Goblinbergh cercò un contatto con la terra, e i terrestri li ignorarono, la razza si vendicò e volle conquistare la terra.
Questi esseri intelligenti scoprirono da soli il viaggio interstellare. Questi Goblin avevano cinque gambe, due braccia e la loro pelle era rugosa e nuda.
Arrivarono sulla terra negli U.S.A., cominciarono a uccidere e a distruggere case e palazzi. Il presidente degli Stati Uniti dichiarò lo stato di guerra.
La guerra ebbe inizio, il presidente incaricò i soldati di lanciare missili nucleari e bombe, ma i Goblin erano alti venti metri, sparavano raggi laser e resistettero all’attacco. I soldati fecero il possibile ma vennero sconfitti.
Vennero costruiti robot a prova di laser, ogni robot era controllato da due persone che lo guidavano.
All’inizio i robot riuscirono a sconfiggere loro ma poi la razza Goblin chiamò rinforzi, sulla terra arrivarono centinaia di Goblin più forti, più alti e più micidiali.
Nel giro di pochi anni tutti gli umani presenti sulla terra morirono e la razza conquistò la terra.
di Nado Robot
Da piccolo ero convinto che da un giorno all’altro sarebbero arrivati gli alieni trasportati con delle navicelle ma, mi sbagliavo… sotto alcuni aspetti mi sbagliavo…
Tutto cominciò circa 3.000.000 di anni fa quando ci fu l’esplosione di una supernova nel settore U4. Omega, un pianeta situato a qualche centinaio di anni luce dalla supernova, era popolato da esseri talmente geniali da noi chiamati alieni. Una parte del loro pianeta si staccò. Si chiamava Hangar 31. Lì erano custodite macchine e navicelle aliene trovate su 30 pianeti diversi. L’Hangar 31 fu risucchiato dall’esplosione e venne inglobato dalla Terra…
Tre anni fa gli alieni arrivarono sulla Terra trasportati dai fulmini. Per un lungo periodo si verificarono molte scosse d’assestamento e terremoti nei pressi di Chicago, Praga e Mosca. Dopo un anno di terremoti queste macchine si aprirono un varco con i laser ed uscirono dalla Terra. Tutte le forza armate del mondo intervennero ma vennero polverizzate. Gli occupanti imposero un coprifuoco. Tutti gli abitanti del mondo si rifugiarono nei rifugi anti-invasione. C’era il coprifuoco alle 9, c’era da tornare dentro e starci per tutta la notte. Durante il giorno si usciva per prendere provviste per sfamare la propria famiglia.
Dopo circa tre anni gli alieni se ne andarono e la vita sulla Terra incominciò a procedere normalmente.
Da piccolo ero convinto che da un giorno all’altro sarebbero arrivati gli alieni trasportati con delle navicelle ma, mi sbagliavo… sotto alcuni aspetti mi sbagliavo…
Tutto cominciò circa 3.000.000 di anni fa quando ci fu l’esplosione di una supernova nel settore U4. Omega, un pianeta situato a qualche centinaio di anni luce dalla supernova, era popolato da esseri talmente geniali da noi chiamati alieni. Una parte del loro pianeta si staccò. Si chiamava Hangar 31. Lì erano custodite macchine e navicelle aliene trovate su 30 pianeti diversi. L’Hangar 31 fu risucchiato dall’esplosione e venne inglobato dalla Terra…
Tre anni fa gli alieni arrivarono sulla Terra trasportati dai fulmini. Per un lungo periodo si verificarono molte scosse d’assestamento e terremoti nei pressi di Chicago, Praga e Mosca. Dopo un anno di terremoti queste macchine si aprirono un varco con i laser ed uscirono dalla Terra. Tutte le forza armate del mondo intervennero ma vennero polverizzate. Gli occupanti imposero un coprifuoco. Tutti gli abitanti del mondo si rifugiarono nei rifugi anti-invasione. C’era il coprifuoco alle 9, c’era da tornare dentro e starci per tutta la notte. Durante il giorno si usciva per prendere provviste per sfamare la propria famiglia.
Dopo circa tre anni gli alieni se ne andarono e la vita sulla Terra incominciò a procedere normalmente.
di Cuore di Ghiaccio
Siamo nell'anno 4000, abbiamo fatto un viaggio nel futuro. La tecnologia è molto avanzata, infatti ci sono pochi esseri umani perché la maggior parte sono robot. La tecnologia è imbattibile, anche i computer sono più avanzati, gli abitanti invece sono vestiti tutti uguali perché indossano tute che permettono loro di volare e di oltrepassare i muri.
Inoltre hanno un bracciale che permette il teletrasporto. I veicoli sono delle navicelle volanti e quella dei poliziotti sparano laser e hanno degli auricolari per trasmettere segnalazioni.
Il capo di questo popolo è Nois, un essere metà uomo metà robot, che ha una malattia nella parte umana che lo porterà alla morte. Per questo il popolo è molto agitato e preoccupato. Rey, il figlio del comandante Nois, dice: "Padre, la morte è molto vicina, scegli tra me e Jack, mio fratello". Il padre non risponde. Il giorno dopo va dal figlio e dice: "Jack, abbiamo avuto un invasione da parte degli alieni, prendi il tuo esercito e tuo fratello. Il primo che viene da me dopo aver ucciso gli alieni con ancora molti uomini governerà".
Dopo un altro giorno gli alieni scompaiono e Jack va dal padre con 10.000 uomini mentre Rey con 40.000.
Il padre fa allora un testamento nel quale dichiara che alla sua morte Rey avrà il potere.
Subito dopo il padre si sente male e muore.
Il giorno dopo vi è un'altra invasione, questa volta giganti molto forti.
Ray usa le sue armi avanzate cioè dei fucili laser e dei cannoni con colpi radioattivi e bombe nucleari.
Però in questa battaglia Rey muore e il trono va a Jack che fa ricostruire la città. Dopo tutto questo, il re diviene Jack.
Siamo nell'anno 4000, abbiamo fatto un viaggio nel futuro. La tecnologia è molto avanzata, infatti ci sono pochi esseri umani perché la maggior parte sono robot. La tecnologia è imbattibile, anche i computer sono più avanzati, gli abitanti invece sono vestiti tutti uguali perché indossano tute che permettono loro di volare e di oltrepassare i muri.
Inoltre hanno un bracciale che permette il teletrasporto. I veicoli sono delle navicelle volanti e quella dei poliziotti sparano laser e hanno degli auricolari per trasmettere segnalazioni.
Il capo di questo popolo è Nois, un essere metà uomo metà robot, che ha una malattia nella parte umana che lo porterà alla morte. Per questo il popolo è molto agitato e preoccupato. Rey, il figlio del comandante Nois, dice: "Padre, la morte è molto vicina, scegli tra me e Jack, mio fratello". Il padre non risponde. Il giorno dopo va dal figlio e dice: "Jack, abbiamo avuto un invasione da parte degli alieni, prendi il tuo esercito e tuo fratello. Il primo che viene da me dopo aver ucciso gli alieni con ancora molti uomini governerà".
Dopo un altro giorno gli alieni scompaiono e Jack va dal padre con 10.000 uomini mentre Rey con 40.000.
Il padre fa allora un testamento nel quale dichiara che alla sua morte Rey avrà il potere.
Subito dopo il padre si sente male e muore.
Il giorno dopo vi è un'altra invasione, questa volta giganti molto forti.
Ray usa le sue armi avanzate cioè dei fucili laser e dei cannoni con colpi radioattivi e bombe nucleari.
Però in questa battaglia Rey muore e il trono va a Jack che fa ricostruire la città. Dopo tutto questo, il re diviene Jack.
di Marmotta Curiosa
Nel 2048 in un pianeta di nome Galita c'era una scuola. L'alunno migliore era Annaba, un essere bello, gentile, romantico, educato che era il principe di Galita. Re Zembra, padre di Annaba, vuole che sposi Hammamet, la principessa del pianeta Gozo. Annaba viene incaricato di scoprire le attività segrete degli essere umani e perciò, per assomigliare a loro, si trasforma in un ragazzo bellissimo.
Appena fu sulla terra si iscrisse a una scuola. Il primo giorno di scuola le ragazze si buttarono su di lui, solo una ragazza non lo guardò nemmeno. Annaba fece amicizia con Giordano. Giordano parlò di Bianca, la ragazza strana, giocatrice di pallavolo, ottima schiacciatrice. Annaba volle conoscerla e ci riuscì, infatti tra loro nacque qualcosa. Dopo anni che Annaba e Bianca si frequentavano, decisero di sposarsi, ma Annaba non poteva perché era un alieno.
Re Zembra convocò suo figlio e gli disse di tornare a Galita e sposare Hammamet. Annaba non sapeva più cosa fare, così decise di parlarne con Bianca e finirla lì, anche se sarebbe stato doloroso.
Bianca si stupì e scappò via, Annaba soffrì molto e tornò casa e subito dopo decise di uccidere Hammamet e successivamente morì. Non ebbe scelta.
Nel 2048 in un pianeta di nome Galita c'era una scuola. L'alunno migliore era Annaba, un essere bello, gentile, romantico, educato che era il principe di Galita. Re Zembra, padre di Annaba, vuole che sposi Hammamet, la principessa del pianeta Gozo. Annaba viene incaricato di scoprire le attività segrete degli essere umani e perciò, per assomigliare a loro, si trasforma in un ragazzo bellissimo.
Appena fu sulla terra si iscrisse a una scuola. Il primo giorno di scuola le ragazze si buttarono su di lui, solo una ragazza non lo guardò nemmeno. Annaba fece amicizia con Giordano. Giordano parlò di Bianca, la ragazza strana, giocatrice di pallavolo, ottima schiacciatrice. Annaba volle conoscerla e ci riuscì, infatti tra loro nacque qualcosa. Dopo anni che Annaba e Bianca si frequentavano, decisero di sposarsi, ma Annaba non poteva perché era un alieno.
Re Zembra convocò suo figlio e gli disse di tornare a Galita e sposare Hammamet. Annaba non sapeva più cosa fare, così decise di parlarne con Bianca e finirla lì, anche se sarebbe stato doloroso.
Bianca si stupì e scappò via, Annaba soffrì molto e tornò casa e subito dopo decise di uccidere Hammamet e successivamente morì. Non ebbe scelta.
di Ascia Spuntata
Anno 2100. Gli USA ordinarono un’operazione militare in Medio Oriente e in nord Corea. Sette anni dopo tutta l’Europa dell’est fu invasa dall’URSS. Tutto il mondo si era impoverito meno qualche paese che rubava risorse agli altri, e la tensione tra USA e URSS era più alta che ai tempi della guerra fredda.
Come comandante della Marina Europea, ero su una portaerei statunitensi con i presidenti di tutte le potenze mondiali. I presidenti contrattavano per far tornare la pace sulla Terra. Poi ad un tratto suonarono le sirene, qualcosa aveva invaso lo spazio aereo della portaerei. Ad un certo punto vidi decine di navicelle che attaccavano la la portaerei, dalla sala riunioni si sentirono spari, quando mi avvicinai per fare irruzione, saltò in aria la porta e io persi i sensi.
Quando mi svegliai, oltre a vedere che erano tutti morti, scorsi due alieni. Quando si avvicinarono a me presi la mia pistola e sparai dei colpi. Uno morì e l’altro rimase ferito. Gli feci qualche domanda, prima tentò di resistermi ma poi confessò tutto, mi disse che volevano distruggere le uniche potenze rimaste per conquistare il mondo. Io intuii che fossero gli USA e l’URSS, quindi senza pensare presi il caccia e volai negli Stati Uniti (il caccia più o meno sapevo guidarlo visto che avevo fatto due anni in aereonautica). Nel tragitto incontrai tre navicelle, due le abbattei con i missili e l’altra cercai di abbatterla con la mitragliatrice, ma non le feci più di qualche ammaccatura, quindi la navicella sparò un raggio laser e il mio mezzo venne abbattuto. Riuscii a catapultarmi fuori, ma l’onda d’urto mi fece andare addosso pezzi dell’aereo e io svenni un’altra volta.
Mi risvegliai nel mezzo del nulla con umani e alieni morti. Ogni paese lanciò una bomba nucleare sui paesi invasi e gli alieni si ritirarono. Questa era la notizia che mi era giunta dalla radio, ma guardando il cielo mi resi conto che si sbagliavano.
Anno 2100. Gli USA ordinarono un’operazione militare in Medio Oriente e in nord Corea. Sette anni dopo tutta l’Europa dell’est fu invasa dall’URSS. Tutto il mondo si era impoverito meno qualche paese che rubava risorse agli altri, e la tensione tra USA e URSS era più alta che ai tempi della guerra fredda.
Come comandante della Marina Europea, ero su una portaerei statunitensi con i presidenti di tutte le potenze mondiali. I presidenti contrattavano per far tornare la pace sulla Terra. Poi ad un tratto suonarono le sirene, qualcosa aveva invaso lo spazio aereo della portaerei. Ad un certo punto vidi decine di navicelle che attaccavano la la portaerei, dalla sala riunioni si sentirono spari, quando mi avvicinai per fare irruzione, saltò in aria la porta e io persi i sensi.
Quando mi svegliai, oltre a vedere che erano tutti morti, scorsi due alieni. Quando si avvicinarono a me presi la mia pistola e sparai dei colpi. Uno morì e l’altro rimase ferito. Gli feci qualche domanda, prima tentò di resistermi ma poi confessò tutto, mi disse che volevano distruggere le uniche potenze rimaste per conquistare il mondo. Io intuii che fossero gli USA e l’URSS, quindi senza pensare presi il caccia e volai negli Stati Uniti (il caccia più o meno sapevo guidarlo visto che avevo fatto due anni in aereonautica). Nel tragitto incontrai tre navicelle, due le abbattei con i missili e l’altra cercai di abbatterla con la mitragliatrice, ma non le feci più di qualche ammaccatura, quindi la navicella sparò un raggio laser e il mio mezzo venne abbattuto. Riuscii a catapultarmi fuori, ma l’onda d’urto mi fece andare addosso pezzi dell’aereo e io svenni un’altra volta.
Mi risvegliai nel mezzo del nulla con umani e alieni morti. Ogni paese lanciò una bomba nucleare sui paesi invasi e gli alieni si ritirarono. Questa era la notizia che mi era giunta dalla radio, ma guardando il cielo mi resi conto che si sbagliavano.
di Passo di Lupo
Eravamo nel 2150 e già da qualche anno la tecnologia aveva avuto un grandissimo impulso.
I computer col tempo stavano sempre più dominando, e l’importanza di essi era elevatissima.
Nelle strade e negli edifici si potevano vedere robot, dotati di una grandissima intelligenza, capaci di soddisfare ogni pretesa.
Per quanto riguarda i veicoli, la gente si spostava con macchine volanti capaci di raggiungere velocità altissime.
La famiglia Bradeley, viveva a New York ed era composta dal marito, Bob, la moglie Sarah, e la figlia July.
E questa era una delle solite giornate che si trascorrevano in quella famiglia.
La giornata cominciò alla mattina, alle 6:30. Il robot entrò nella camera di Bob e Sarah, dopo averli svegliati, portò loro la colazione a letto.
Subito dopo, i due svegliarono la figlia, si prepararono ed uscirono di casa.
Sarah, con la macchina volante, portò July a scuola, mentre Bob, con l’altra, si diresse al lavoro. Nel frattempo, il Robot, mentre era solo, pulì tutte le stanze della casa.
Bob, arrivato in ufficio, cominciò a disegnare nuovi progetti per la costruzione di nuovi edifici.
Sarah, invece, dopo aver portato la figlia a scuola, si spostò in uno dei più grandi centri commerciali di New York, a fare shopping.
Alle 13:30, poi, la famiglia rientrò a casa per pranzo, con il robot che aveva già prenotato tutto in tavola.
Finito di mangiare la famiglia poté riposarsi.
Successivamente, verso le 13:00, July uscì con i suoi amici, per la città.
Bob tornò in ufficio a lavorare, e la mamma rimase a casa con il robot.
Alle 19:00 rientrarono tutti a casa, fecero la doccia e cenarono tutti insieme.
In seguito la famiglia, in compagnia, guardò la tv fino alle 22:30, ed infine tutti andarono a letto.
Eravamo nel 2150 e già da qualche anno la tecnologia aveva avuto un grandissimo impulso.
I computer col tempo stavano sempre più dominando, e l’importanza di essi era elevatissima.
Nelle strade e negli edifici si potevano vedere robot, dotati di una grandissima intelligenza, capaci di soddisfare ogni pretesa.
Per quanto riguarda i veicoli, la gente si spostava con macchine volanti capaci di raggiungere velocità altissime.
La famiglia Bradeley, viveva a New York ed era composta dal marito, Bob, la moglie Sarah, e la figlia July.
E questa era una delle solite giornate che si trascorrevano in quella famiglia.
La giornata cominciò alla mattina, alle 6:30. Il robot entrò nella camera di Bob e Sarah, dopo averli svegliati, portò loro la colazione a letto.
Subito dopo, i due svegliarono la figlia, si prepararono ed uscirono di casa.
Sarah, con la macchina volante, portò July a scuola, mentre Bob, con l’altra, si diresse al lavoro. Nel frattempo, il Robot, mentre era solo, pulì tutte le stanze della casa.
Bob, arrivato in ufficio, cominciò a disegnare nuovi progetti per la costruzione di nuovi edifici.
Sarah, invece, dopo aver portato la figlia a scuola, si spostò in uno dei più grandi centri commerciali di New York, a fare shopping.
Alle 13:30, poi, la famiglia rientrò a casa per pranzo, con il robot che aveva già prenotato tutto in tavola.
Finito di mangiare la famiglia poté riposarsi.
Successivamente, verso le 13:00, July uscì con i suoi amici, per la città.
Bob tornò in ufficio a lavorare, e la mamma rimase a casa con il robot.
Alle 19:00 rientrarono tutti a casa, fecero la doccia e cenarono tutti insieme.
In seguito la famiglia, in compagnia, guardò la tv fino alle 22:30, ed infine tutti andarono a letto.
di Kora
Anno 2400… Kora, una giovane aliena, vive su un pianeta controllato da un lungo concatenamento di circuiti elettrici. Improvvisamente un circuito va in tilt. Dopo un po’ si scopre che il materiale per ripararlo è l’acqua marina, che sul pianeta di Kora non esiste. Così lei e un suo amico vengono mandati in missione sulla terra per recuperare l’acqua marina…
- Cain, fermati un momento, ti prego. È ormai da più di 4 anni luce che siamo in viaggio, sono stanca.
- Siamo quasi arrivati, vedo già la Via Lattea. Non può essere lontano se siamo arrivati dalla posizione corretta.
- Mi prometti però che quando arriviamo ti fermerai un attimo?
- Ascolta, Kora, il nostro pianeta è in pericolo. Un circuito è già andato e molti altri dopo di lui se ne andranno se non lo ripariamo subito. Quindi, prima arriviamo, meglio è.
Kora e Cain erano in missione. Da circa 4 anni luce viaggiano notte e giorno sulla navicella della Federazione Galattica per raggiungere il pianeta da cui dipendeva la sopravvivenza del loro.
Erano circa al termine del viaggio.
- Aspetta… Kora, vedo qualcosa.
Il buio dello spazio contrassegnava chiaramente una piccola stella infuocata di un colore giallo-rosso.
- Che cos’è, Cain?
- Non lo so. Avviciniamoci un po’ di più.
Man mano che si avvicinavano la stella diventava sempre più grande e attorno a loro faceva sempre più caldo.
- Cain, allontaniamoci di qui. Quello è il Sole.
La navicella sterzò violentemente e in un attimo si ritrovarono davanti un’immensa fila di pianeti.
- Ci siamo, Kora. Ora dobbiamo solo scoprire quale sia il pianeta su cui dobbiamo atterrare.
- Qui davanti ce n’è uno piccolo.
- Non credo. È troppo vicino al Sole per avere dell’acqua.
- Non è certo quello grigio. Di sicuro sarà tutto gas.
- Proviamo con quello laggiù con gli anelli.
- È troppo lontano.
Ma dai, che antennuti che siamo, Cain. Guarda, è quello azzurro! Siamo arrivati, Cain!
- Allora facciamo così… atterriamo, prendiamo l’acqua e torniamo subito indietro.
Kora scosse la testa.
- Qual era l’accordo?
- E va bene, ci fermiamo.
I due alieni si guardarono intorno.
La Terra non era esattamente come se la erano immaginata; aveva il cielo azzurro, che da loro non era altro che un’immensa distesa di fumo, fuoco e parti di meteoriti. C’erano alberi, erba e fiori che sul loro pianeta non erano altro che enormi pezzi di roccia e meteoriti di un nero pece. Il terreno era di vari colori: verde, marrone, bianco, rosso… mentre da loro era tutta sabbia grigio-nera. E poi c’era l’acqua! Blu, azzurra, celeste, cobalto.
- La Terra è meravigliosa!- pensò Kora.
- Io vado a prendere quello per cui siamo qui.
- E non ti guardi nemmeno intorno? – chiese Kora quasi preoccupata.
- Sì… dopo che avrò preso l’acqua.
- Se non ricordi, la regina ha chiesto anche di darle un quadro generale del pianeta.
- No, non ricordo… perché non è vero! È solo una scusa per rimanere di più. Conosco i tuoi trucchi, Kora, ormai non mi faccio più fregare, ricordatelo.
Lei fece finta di niente e si mise ad esplorare il fantastico mondo che li circondava.
Riuscì a catturare un animaletto piccolo quanto il palmo di una mano, un po’ ruvido con una lunga coda, che però subito dopo averla acciuffata le rimase fra le dita.
Intanto Cain tornò alla navicella e notò che era arrivata una segnalazione dal loro pianeta in cui diceva che un altro circuito si era fermato.
- Kora, sbrigati, dobbiamo andare. È urgente!
La ragazza si era allontanata troppo dalla spiaggia. La sua passione per l’esplorazione a volte, se non veniva controllata, combinava un sacco di guai.
- Kora, mi senti? Dobbiamo andare via!- strillava Cain.
Dopo la terza volta che la chiamava arrivò un’altra segnalazione.
A quel punto Cain montò a bordo, mise in moto, regolo la velocità al massimo, poi alzò lo sguardo verso la foresta e disse a bassa voce: -Addio, Kora- .
Infine schiacciò il pulsante rosso e la navicella sfrecciò via sollevando un tremendo polverone e facendo tramare la montagna.
Kora non si era accorta di nulla, tranne della scossa che aveva appena investito il terreno.
- Cain, vieni a vedere. C’è una farfalla bellissima, almeno, così credo che si chiami.
Dalla spiaggia non ci fu risposta.
- Cain… dove sei?
Anno 2400… Kora, una giovane aliena, vive su un pianeta controllato da un lungo concatenamento di circuiti elettrici. Improvvisamente un circuito va in tilt. Dopo un po’ si scopre che il materiale per ripararlo è l’acqua marina, che sul pianeta di Kora non esiste. Così lei e un suo amico vengono mandati in missione sulla terra per recuperare l’acqua marina…
- Cain, fermati un momento, ti prego. È ormai da più di 4 anni luce che siamo in viaggio, sono stanca.
- Siamo quasi arrivati, vedo già la Via Lattea. Non può essere lontano se siamo arrivati dalla posizione corretta.
- Mi prometti però che quando arriviamo ti fermerai un attimo?
- Ascolta, Kora, il nostro pianeta è in pericolo. Un circuito è già andato e molti altri dopo di lui se ne andranno se non lo ripariamo subito. Quindi, prima arriviamo, meglio è.
Kora e Cain erano in missione. Da circa 4 anni luce viaggiano notte e giorno sulla navicella della Federazione Galattica per raggiungere il pianeta da cui dipendeva la sopravvivenza del loro.
Erano circa al termine del viaggio.
- Aspetta… Kora, vedo qualcosa.
Il buio dello spazio contrassegnava chiaramente una piccola stella infuocata di un colore giallo-rosso.
- Che cos’è, Cain?
- Non lo so. Avviciniamoci un po’ di più.
Man mano che si avvicinavano la stella diventava sempre più grande e attorno a loro faceva sempre più caldo.
- Cain, allontaniamoci di qui. Quello è il Sole.
La navicella sterzò violentemente e in un attimo si ritrovarono davanti un’immensa fila di pianeti.
- Ci siamo, Kora. Ora dobbiamo solo scoprire quale sia il pianeta su cui dobbiamo atterrare.
- Qui davanti ce n’è uno piccolo.
- Non credo. È troppo vicino al Sole per avere dell’acqua.
- Non è certo quello grigio. Di sicuro sarà tutto gas.
- Proviamo con quello laggiù con gli anelli.
- È troppo lontano.
Ma dai, che antennuti che siamo, Cain. Guarda, è quello azzurro! Siamo arrivati, Cain!
- Allora facciamo così… atterriamo, prendiamo l’acqua e torniamo subito indietro.
Kora scosse la testa.
- Qual era l’accordo?
- E va bene, ci fermiamo.
I due alieni si guardarono intorno.
La Terra non era esattamente come se la erano immaginata; aveva il cielo azzurro, che da loro non era altro che un’immensa distesa di fumo, fuoco e parti di meteoriti. C’erano alberi, erba e fiori che sul loro pianeta non erano altro che enormi pezzi di roccia e meteoriti di un nero pece. Il terreno era di vari colori: verde, marrone, bianco, rosso… mentre da loro era tutta sabbia grigio-nera. E poi c’era l’acqua! Blu, azzurra, celeste, cobalto.
- La Terra è meravigliosa!- pensò Kora.
- Io vado a prendere quello per cui siamo qui.
- E non ti guardi nemmeno intorno? – chiese Kora quasi preoccupata.
- Sì… dopo che avrò preso l’acqua.
- Se non ricordi, la regina ha chiesto anche di darle un quadro generale del pianeta.
- No, non ricordo… perché non è vero! È solo una scusa per rimanere di più. Conosco i tuoi trucchi, Kora, ormai non mi faccio più fregare, ricordatelo.
Lei fece finta di niente e si mise ad esplorare il fantastico mondo che li circondava.
Riuscì a catturare un animaletto piccolo quanto il palmo di una mano, un po’ ruvido con una lunga coda, che però subito dopo averla acciuffata le rimase fra le dita.
Intanto Cain tornò alla navicella e notò che era arrivata una segnalazione dal loro pianeta in cui diceva che un altro circuito si era fermato.
- Kora, sbrigati, dobbiamo andare. È urgente!
La ragazza si era allontanata troppo dalla spiaggia. La sua passione per l’esplorazione a volte, se non veniva controllata, combinava un sacco di guai.
- Kora, mi senti? Dobbiamo andare via!- strillava Cain.
Dopo la terza volta che la chiamava arrivò un’altra segnalazione.
A quel punto Cain montò a bordo, mise in moto, regolo la velocità al massimo, poi alzò lo sguardo verso la foresta e disse a bassa voce: -Addio, Kora- .
Infine schiacciò il pulsante rosso e la navicella sfrecciò via sollevando un tremendo polverone e facendo tramare la montagna.
Kora non si era accorta di nulla, tranne della scossa che aveva appena investito il terreno.
- Cain, vieni a vedere. C’è una farfalla bellissima, almeno, così credo che si chiami.
Dalla spiaggia non ci fu risposta.
- Cain… dove sei?